Il Consiglio comunale di Assisi approva una mozione che ha per tema la famiglia e si scatena il finimondo perchè accusato di “omofobia”. E tutto questo pechè impegna la Giunta “ad individuare una data per la celebrazione della Festa della Famiglia Naturale, fondata sull’unione fra uomo e donna”, ad introdurre il “Fattore Famiglia” (un criterio per il calcolo delle tasse e imposte) nella fiscalità comunale, e a “chiedere al Governo centrale di rifiutare l’applicazione del Documento Standard per l’educazione sessuale in Europa”. Il Consiglio comunale e il consigliere che ha proposto la mozione, Luigi Marini, presidente del Gruppo consiliare “Uniti per Assisi”, sono subito accusati di fomentare l’odio verso le persone omosessuali, lesbiche, transessuali, bisex ecc (il tutto riassunto nella sigla GLBT). Addirittura una firma della prestigiosa rivista di tecnologia e cultura digitale Wired sul web scrive del caso attaccando anche il Forum delle famiglie dell’Umbria che in un comunicato a firma del presidente Ernesto Rossi commentava la mozione quale atto di “grande lungimiranza” e concludeva una lunga e articolata argomentazione con un “viva la famiglia”.
Il testo della mozione lo riportiamo in questa pagina, così che ciascuno possa farsene un’idea. Riportiamo qui di seguito anche alcuni passaggi di alcuni commenti, che ci sono giunti in redazione, a cominciare dal comunicato della Presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, che il 15 settembre ha commentato la vicenda (sollecitata dalle associazioni omosessuali che cita all’inizio?). “Pur rispettando pienamente l’autonomia del Consiglio comunale di Assisi, ritengo – scrive la presidente – che alcuni contenuti di quella mozione possano apparire lesivi dei diritti e dell’immagine di cittadini discriminati sulla base del proprio orientamento sessuale”. Ma non specifica quali siano questi contenuti. Commento decisamente sobrio rispetto ai comunicati dell’Omphalos Arcigay Arcilesbica (dove Arci sta per associazione culturale della Sinistra) che il 31 agosto scrivono di una “mozione marcatamente omofobica per l’istituzione della festa della ‘Famiglia naturale’, quella cioè fondata unicamente sul matrimonio tra uomo e donna” e più avanti definiscono “indottrinamento pericolosissimo per giovani e cittadini” la possibilità che si parli di famiglia naturale nelle scuole o in altri luoghi, e concludono denunciando quella che secondo loro sarebbe una “campagna sistematica di odio verso le persone omosessuali condotta da associazioni integraliste ben camuffate” e ritengono che dietro la scelta politica vi siano “gravi ingerenze da parte delle frange estreme del movimento delle destre cattoliche”. In un comunicato del 15 settembre fanno inoltre appello alla presidente della Regione e al presidente della Fondazione “Perugia 2019” Bruno Bracalente perchè la mozione sarebbe antieuropea (il riferimento è al secondo punto) e “in aperto contrasto” con l’articolo 5 dello Statuto della Regione in cui si dichiara che “La Regione concorre a rimuovere le discriminazioni fondate in particolare … sull’orientamento sessuale”, e questo per aver chiesto il riconocimento della famiglia come formata da un padre maschio e da una madre femmina. Ovviamente il riferimento è preceduto dagli strali contro la grande ingiustizia di una mozione che distinguerebbe tra “bambini di serie A cioè quelli con due genitori eterosessuali e bambini di serie B provenienti da famiglie omogenitoriali (omosessuali) e monogenitoriali (con un solo genitore)”.
Dopo aver letto la mozione e la delibera, e le critiche dell’Omphalos Arcigay-Arcilesbica (riprese da Granocchia di Sinistra Ecologia e Libertà e da tanti altri) resta la sensazione di una polemica tutta sopra le righe. È l’esempio di un confronto culturale / politico più generale in cui la realtà viene trasformata cambiando i nomi delle “cose” fino a rovesciare i fatti. Per esempio, dire che un figlio può essere solo e soltanto frutto dell’unione di un uomo e di una donna resta vero anche se questa “unione” avviene nella provetta di un laboratorio!
Il fatto
Il Consiglio comunale di Assisi il 28 agosto ha approvato una mozione presentata dal consigliere Luigi Marini avente ad oggetto: “A tutela della famiglia naturale: Padre è maschio e Madre è femmina”, di cui è stato relatore il vice sindaco Antonio Lunghi. La mozione è stata approvata all’unanimità solo dai consiglieri di maggioranza, essendo i consiglieri di minoranza usciti dall’Aula. Al Consiglio comunale e al sindaco Claudio Ricci sono rivolte le critiche e le richieste di annullare la delibera o quantomeno rivederne i contenuti, ma ad oggi nè i consiglieri di maggioranza né il Sindaco ritengono di dover cambiare la delibera. In una nota alla stampa il Sindaco ricorda che “nelle premesse della delibera è ampiamente citato il ‘doveroso rispetto’ per tutte le opinioni e, anche, la necessità di garantire ad ogni persona i medesimi diritti (in linea con le leggi in vigore)” e che “non saranno certo ‘alcune critiche politiche’ (e non ci riferiamo a quelle delle associazioni) a modificare la possibilità di esprimere una opinione”.