Nella settimana del Corpus Domini, la festa che celebra il Signore che di una moltitudine fa un solo Corpo, la Chiesa di Città di Castello è stata convocata dal Vescovo per verificare quanto fatto nel cammino di quest’anno pastorale; quanto fatto cioè per vivere quella comunione che il Vescovo ha indicato nelle linee pastorali Credete nel Vangelo.
Sono stati due e distinti i luoghi per la verifica. Mercoledì 18 giugno l’assemblea del clero. Venerdì 20 l’assemblea del clero e dei laici. Nel teatrino ricavato in quello che fu l’Orto della cera – il luogo da cui il beato Carlo Liviero iniziò la sua opera pastorale a servizio dei poveri e degli orfani di Città di Castello -, Vescovo, preti e laici si sono riuniti per ricordare le linee essenziali di quest’anno pastorale: occorre uno stile pastorale semplice, ma consapevole che la Chiesa intera è chiamata a uscire da sé per evangelizzare.
Con Papa Francesco, si è ripetuto che occorre prestare attenzione alla “mondanità spirituale”, che rischia di stravolgere ogni azione pastorale. Anzi, va ben sottolineato che “quando non si confessa Gesù, si confessa la mondanità del diavolo”. Ancora, al cuore del Vangelo non si può che mettere la misericordia del Padre. Sono spunti che vanno interiorizzati e meditati sempre più e sempre meglio.
Accompagnati dai responsabili dei vari uffici pastorali, si è passati a esaminare le tante attività che si sono svolte nello spirito di comunione. La Voce, un osservatorio particolare, ha cercato di dar conto della cronaca di ogni avvenimento proprio per favorire la reciproca conoscenza e la crescita spirituale.
Tra le tante luci e le inevitabili ombre, si toccano con mano soprattutto i risultati per quanto riguarda la promozione dei ministeri e la corresponsabilità dei laici. A livello diocesano, negli ultimi anni si è lavorato molto per coinvolgere il laicato nel discernimento, nella programmazione e nella realizzazione delle attività pastorali, affidando a laici competenti alcuni importanti ambiti della vita pastorale quali l’ufficio Evangelizzazione e catechesi, l’ufficio Scuola, l’ufficio Pastorale familiare, la Pastorale giovanile, l’Economato. Tutti questi uffici sono guidati da laici, non più da preti.
Da una parte segni di crescita, dall’altra una situazione del clero, e anche delle religiose e dei religiosi, che si va riducendo in termini numerici. Non sarà necessario seguire Papa Francesco quanto afferma: serve una Chiesa missionaria, povera, evangelica (la qualità supplisce la quantità)? E prestare una maggiore attenzione alla pastorale vocazionale, legata strettamente alla vita evangelica. Che sia necessario un più decisivo coinvolgimento dei laici?