Quella che si sta consumando in Etiopia è una fame dimenticata che fa più morti di un conflitto armato. Nel Tigray e nella vicina regione dell’Amahara non ci sono riflettori accesi che documentino la migrazione di popoli seguita al conflitto. La guerra è stata inizialmente negata dalle autorità etiopi davanti al consesso internazionale ma in realtà si è abbattuta – lancinante e tragica – su una popolazione già fortemente provata.
Nei giorni scorsi, Oxfam ha fornito dati sconvolgenti che fanno pensare a una vera e propria carestia che interessa 3 milioni e mezzo di persone vittime delle conseguenze della guerra e dei cambiamenti climatici. Le scarne notizie che riescono a penetrare il blackout mediatico imposto dal governo, provengono dalle organizzazioni impegnate sul terreno e dalla diocesi di Adigrat e ci confermano l’emergenza umanitaria con i volti e le storie delle persone a conferma dei dati che potrebbero apparire freddi. Purtroppo in questo momento non c’è alternativa all’aiuto internazionale e alla solidarietà delle microazioni e per questo bisogna mobilitarsi con decisione.