La Corte dei conti riscontra qualche irregolarità tra le spese in Regione

REGIONE. Controlli della Corte sui gruppi consiliari. Non sono emerse spese ‘pazze’ o comportamenti sconsiderati. In alcuni casi manca la rendicontazione di alcune spese o qualche autorizzazione
Palazzo Cesaroni sede del Consiglio regionale dell’Umbria
Palazzo Cesaroni sede del Consiglio regionale dell’Umbria

La Corte dei conti controlla di nuovo i conti dei gruppi consiliari di palazzo Cesaroni. Al momento, non sarebbero emerse spese ‘pazze’ o sconsiderati comportamenti, come avvenuto in altre regioni. Da parte dei gruppi consiliari umbri si ostenta tranquillità perché si ritiene di aver dato tutta la documentazione possibile e rispettato le nuove indicazioni recentemente adottate dal Consiglio regionale e le norme disposte recentemente a livello nazionale. Ci sarebbero comunque delle “irregolarità”. Spesso mancano alcuni documenti, e la differenza in denaro è di poche centinaia di euro. I rilievi della Corte dei conti interessano in particolar modo la mancanza, nella rendicontazione, di alcune spese, e di autorizzazioni in altre occasioni. Certo, tutto questo potrebbe apparire esagerato rispetto alla mala gestione esplosa nello scandalo legato al nome di Fiorito alla Regione Lazio. Ma è doveroso controllare e verificare la veridicità delle dichiarazioni. In alcuni casi, come quelli di Forza Italia e Lega, per quanto riguarda le spese di funzionamento si notano lievi differenze tra le risorse assegnate dal Consiglio regionale e quello che la Corte ha potuto esaminare dai documenti forniti. Le spese per il funzionamento, secondo le nuove regole adottate da palazzo Cesaroni alla fine del 2012, devono essere strettamente collegate a scopi istituzionali (nel dettaglio studi, editoria o comunicazione) riferiti all’attività che si fa in Consiglio regionale. In altri casi, nei bilanci di Pd, Rc e Lega, i magistrati contabili non hanno ravvisato la relazione agli scopi istituzionali per i quali dovevano essere riconducibili. C’è di mezzo anche il personale, cioè gli assistenti, i famigerati ‘portaborse’, per i quali palazzo Cesaroni ha varato nel settembre scorso una nuova normativa, dando la possibilità ai gruppi di fare due contratti part-time al posto di uno a tempo pieno, purché vengano rispettati i tetti di spesa. Mancherebbero le copie dei loro cedolini e dei contratti. I gruppi consiliari hanno la possibilità di mettersi in regola inviando la documentazione richiesta dalla Corte dei conti ed evitare ogni sospetto. È un dato di fatto che la via tracciata in tema di bilanci (“tagliare!”) vada avanti. Solo pochi giorni fa, la prima Commissione del Consiglio regionale ha approvato all’unanimità il bilancio di previsione 2014 dell’assemblea legislativa, che prevede una riduzione della spesa del 4,4% rispetto al 2013: 20 milioni 389 mila euro contro i 21 milioni 291 mila euro del 2013. I principali interventi riguardano la riduzione di indennità e rimborsi dei consiglieri (-4,04%), del funzionamento della struttura (-13%) e della spesa per il personale (-1,1%). Per convegni, consulenze e rappresentanza è stata confermata la stessa somma del 2013, sulla quale era stato operato il taglio dell’80% stabilito dal decreto 78 del 2010.

AUTORE: E. Q.