La Chiesa eugubina punta su carità, giovani e Azione cattolica

L'Assemblea diocesana conclusa con le "ordinazioni", segni di speranza per tutta la diocesi

Si è chiusa con la solenne celebrazione dell’ordinazione di un frate agostiniano e di due diaconi l’annuale assemblea ecclesiale della diocesi di Gubbio, organizzata sempre in occasione della festa diocesana e dell’anniversario della dedicazione della chiesa Cattedrale ai santi Mariano e Giacomo. Insieme al clero di Gubbio, Umbertide e degli altri centri che fanno parte della comunità diocesana, mons. Pietro Bottaccioli ha consacrato presbitero Francesco Menichetti, giovane eugubino che dal 1996 era già entrato a far parte della famiglia religiosa agostiniana, attiva a Gubbio nella parrocchia di Sant’Agostino. Insieme a lui sono stati ordinati diaconi Marco Cardoni e Ruggero Radaelli. Il primo, 26enne della parrocchia di Casamorcia, ha compiuto gli studi teologici presso il seminario regionale di Assisi e si prepara a diventare sacerdote il prossimo anno. Il secondo, sposato e con figli, sarà diacono permanente al servizio della comunità diocesana, in particolare presso le parrocchie lungo la Pian d’Assino e a Umbertide. Nell’omelia pronunciata davanti a centinaia e centinaia di fedeli che gremivano il duomo eugubino, il vescovo mons. Bottaccioli ha sottolineato i segni e i semi di speranza che le tre vocazioni rappresentano per la diocesi di Sant’Ubaldo. A circa cinque mesi dalla scadenza del suo mandato episcopale, per il raggiungimento dei 75 anni di età, Bottaccioli ha anche esortato con forza e determinazione la Chiesa locale a essere missionaria in mezzo alla gente, con attenzione ai grandi temi sociali e ai problemi più urgenti della popolazione. La celebrazione di domenica scorsa è stata preceduta da due giornate di lavoro che hanno richiamato presso il seminario di via Perugina sacerdoti, religiosi, diaconi e laici, per tracciare le linee del nuovo anno pastorale. In primo piano le tre iniziative che in questo momento stanno più a cuore al Vescovo e ai vari uffici pastorali diocesani: la futura Casa della Caritas, i nuovi spazi dell’oratorio di via Massarelli, il rilancio dell’Azione cattolica eugubina. Un lavoro duro e impegnativo che attende tutta la comunità per i prossimi anni, necessario per un nuovo slancio nella vita e nella pastorale delle parrocchie, per riprendere le fila dell’impegno in mezzo alle giovani generazioni e per organizzare meglio i servizi di accoglienza e di ascolto per chi è colpito da vecchie e nuove povertà. Lungo questa strada la Chiesa eugubina ha deciso di incamminarsi e le tre consacrazioni all’ordine sacro sono il segno più evidente di una rinnovata speranza ecclesiale. Daniele MoriniBottaccioli. “Comunità di Gubbio allargate l’orizzonte della pastorale” “Tutta intera, Chiesa di Gubbio, – ha detto mons. Bottaccioli nel passaggio più intenso della sua omelia in cattedrale – sei chiamata alla grande missione di comunicare il Vangelo di Cristo in un mondo che cambia. Sei chiamata a uscire da uno sterile ripiegamento su te stessa e a muoverti con sollecitudine verso un mondo che pure inconsapevolmente aspetta chi gli riveli il dono del Padre, Cristo Signore, Figlio di Dio fatto uomo per tutti gli uomini perché in Lui trovino la salvezza e la pace. Sono centinaia e centinaia i ragazzi che aspettano qualche cosa di più che una catechesi didattica, slegata da una vera iniziazione didattica, in una situazione di generale abbandono del compito educativo da parte di molte famiglie e delle istituzioni. Sono centinaia e centinaia i giovani delusi dal vuoto della società consumistica, ma che stanno ancora lontani dalla Chiesa perché sentono di essere giudicati piuttosto che essere considerati – come dice il Papa – un talento che il Signore ci ha messo nelle mani perché lo facciamo fruttare. Sono centinaia di famiglie che si sentono troppo sole in questo individualismo dominante. Troppo sole nella loro ardua missione. Famiglie che sempre più numerose vanno in crisi, anche perché forse le nostre comunità cristiane, non essendo vere comunità, non sono riuscite a stabilire rapporti personali con ognuna di esse. Sono anziani, pur generalmente accolti ancora nelle nostre famiglie, ma che non sempre da sole queste famiglie riescono a soddisfare le loro esigenze. Sono coloro che la società emargina, i poveri e gli immigrati, o che la società consumistica ha profondamente ferito, come malati di mente, drogati, malati di Aids, ex carcerati. Chiesa di Gubbio, perché le vostre comunità non si chiudano in se stesse, nei propri angusti confini, è necessario – come dice il Papa – allargare gli orizzonti della pastorale, avventurarsi nell’oceano grande del mondo e della storia. Come ci dice Gesù: ‘Sciogliete gli ormeggi che vi trattengono sulla sponda. Prendete il largo, gettate le reti per la pesca’”.