Sabato 13 dicembre, alla Scuola della Parola, un incontro pre-natalizio ha coinvolto ed appassionato tutti i presenti, giovani ed adulti. Alla luce della sua riflessione-testimonianza sul tema ‘Signore, sopra i cieli si innalza la tua magnificenza’, abbiamo rivolto alcune domande ad Alessandro Paciaroni, professore di Fisica all’Università degli studi di Perugia e ricercatore presso l’Università di Grenoble. Nel suo intervento ha detto che ‘la scienza ci pone nella dimensione del mistero’. Cosa vuol dire, alla luce della sua esperienza professionale? ‘Studiare la Natura, soprattutto nei suoi dettagli, non solo nelle grandi domande fondamentali, è comunque entusiasmante. Questo perché ci si ritrova a fare i conti con l’Ignoto, che poi non sembra affatto regolato dal caso, ma rivela poco a poco come esistano delle leggi universali che sono state scritte nel tempo e nello spazio. Il punto è che non appena lo scienziato riesce a formulare queste stesse leggi, ecco che appare quasi subito un’evidenza sperimentale che le mette in crisi e lascia intravedere un’interpretazione alternativa. La realtà profonda è un mistero. Anche per gli eventi più semplici della vita quotidiana che accadono naturalmente (fusione del ghiaccio, vita delle cellule che formano il nostro corpo, la trasmissione delle informazioni genetiche mediante il Dna), la spiegazione completa dei meccanismi che li guidano è ancora lontana. Per quanto mi riguarda, capire che c’è ancora tanto da capire e che c’è una realtà intima che quasi ci sfida a svelare come vanno le cose, è un ritorno all’umiltà, al rispetto della Natura e di Chi l’ha creata’. Spazio, tempo ed… eternità. Quali i limiti dell’uomo? Quale rapporto scienza-fede? ‘L’uomo si muove nello spazio e nel tempo, anche se in realtà secondo la nostra percezione le dimensioni con cui abbiamo a che fare sono quelle spaziali: non riusciamo ancora muoverci a piacimento avanti e indietro nel tempo! Alcune teorie, come quella delle Stringhe, prevedono l’esistenza di un numero di dimensioni al di là della comune comprensione intuitiva. L’eternità è, come l’infinito, un concetto che l’uomo riesce ad affrontare solo come limite e, in quanto tale, non credo possa essere compreso pienamente. Questa ‘lacuna’ delle categorie razionali apre le porte alla fede’. Clonazione, ibridazione, eugenetica: le nuove frontiere della scienza? Il sì e i no della Chiesa. ‘Nel XX secolo la Fisica era la frontiera della scienza, pensiamo alla relatività, alla meccanica quantistica, alla fisica del nucleo. Nel XXI secolo le Scienze della vita stanno giocando un ruolo di primo piano, con la possibilità di programmare, manipolare e regolare lo sviluppo degli esseri viventi. Questa prospettiva lascia aperto un gran numero di interrogativi sulla capacità dell’uomo di darsi delle regole precise su temi cruciali come clonazione, ibridazione ed eugenetica. La posizione della Chiesa si sintetizza in questo principio fondamentale, espresso nella recente Dignitatis personae: ‘Ad ogni essere umano, dal concepimento alla morte naturale, va riconosciuta la dignità di persona’. La manipolazione della vita umana è inaccettabile perché conduce ad aberrazioni assolute, come l’uso di esseri viventi (ad es. embrioni) essenzialmente per scopi commerciali. Chi dice che questo significa bloccare la ricerca deve convincermi che questa stessa non sia sostenuta dagli enormi interessi delle case farmaceutiche e delle industrie biotecnologiche. E anche che tale ricerca sia finalizzata alla promozione dell’uomo’. Ci avviciniamo al Natale. Come vive un biofisico il mistero dell’Incarnazione? ‘La scienza può aiutare il cammino verso il Mistero, ma i punti cardinali della fede, come l’Incarnazione, richiedono un profondo silenzio. Ad un certo punto anche la ragione non può che tacere’.
La Chiesa e le nuove sfide della bioetica
Intervista ad Alessandro Paciaroni, ricercatore e docente di Fisica all'Università di Perugia.
AUTORE:
Michela Massaro