“Misericordia vuol dire avere un ‘cuore per i miseri’, avere compassione e lasciarsi muovere dalla sofferenza altrui. Gesù ci mostra che questa compassione non è solo un’emozione. L’emozione del cuore deve diventare attiva e portarci a muovere le mani e i piedi per andare incontro e per aiutare”. È un passo della riflessione su “Vivere la povertà” del card. Walter Kasper con cui è iniziata la due-giorni di Assisi, dal 17 al 19 aprile scorso, durante i quali l’associazione di amicizia politica Argomenti2000, attraverso il suo coordinatore nazionale Ernesto Preziosi (attualmente anche parlamentare), ha invitato quanti vivono l’esperienza ecclesiale e politica a riflettere su “Povertà e potere – Povertà della Chiesa, povertà nella politica”.
Un invito cui hanno risposto in tanti, provenienti dalle varie regioni d’Italia. Tre le sessioni in cui si è articolato il programma. Le prime due, attraverso singole testimonianze e interventi a più voci, hanno affrontato i temi specifici rispettivamente della povertà della Chiesa e della povertà nella politica. Tra gli interventi della prima tavola rotonda coordinata dal padre Giacomo Costa, direttore di Aggiornamenti sociali, particolarmente seguito quello del card. Gualtiero Bassetti, il quale ha rammentato come la povertà sia uno dei grandi temi che stanno caratterizzando il pontificato di Papa Francesco. La Chiesa in uscita evocata da Francesco, ha aggiunto, “è una Chiesa che esce da se stessa, che va verso gli ultimi, verso i poveri, verso tutti. Noi dobbiamo uscire, ma soprattutto dobbiamo far uscire quel Gesù che portiamo nella nostra vita, nel nostro cuore”.
Di seguito il costituzionalista Gianni Di Cosimo dell’Università di Macerata si è riferito in primo luogo ai limiti che il potere pubblico incontra nel rapporto con le confessioni religiose, soprattutto per quanto riguarda l’erogazione di finanziamenti, a fronte di una indiscriminata possibilità di favorire un gruppo religioso piuttosto che un altro. E ha evidenziato i problemi che emergono sul piano del buon andamento della gestione dei fondi ricevuti da parte delle confessioni religiose.
Di povertà nella politica ha offerto una significativa testimonianza Rita Visini, assessore alle Politiche sociali della Regione Lazio, raccontando, oltre che le modalità dell’impegno, di come stia affrontando il problema della sobrietà come “salute mentale per i politici”. Oltre al taglio del 30 per cento degli stipendi previsto per tutti i consiglieri, ha ricordato la sua rinuncia all’indennità di assessore, l’utilizzo dei mezzi pubblici per raggiungere la sede regionale e la consumazione del pasto in ufficio, portato da casa, insieme ai suoi collaboratori.
Nella terza e ultima sessione, ancora altri interventi si sono confrontati su “Ridurre le disuguaglianze, includere le differenze, governare la globalizzazione. La politica per costruire la città degli uomini”. Roberto Gatti, docente di Filosofia politica all’Università di Perugia, affrontando il tema delle immigrazioni, ha affermato che tale fenomeno è anche frutto di una politica dei Paesi ricchi nei confronti dei Paesi poveri. Per cui “c’è un debito da pagare”. “C’è soprattutto un problema – ha aggiunto – di strutture economiche, finanziarie e politiche che hanno determinato un certo tipo di sviluppo, e che oggi dovrebbero attuare una politica di giustizia internazionale che consenta a quei popoli di recuperare condizioni economiche, sociali e culturali nei Paesi d’origine. Non dobbiamo infatti pensare che le società multiculturali siano il destino della nostra epoca, ma che la pluralità delle culture torni ad abitare nei luoghi di origine”.