La censura

Insieme con “inquisizione” e “oscurantismo”, “censura” è la parola che sovrabbonda quando i laico/laicisti, una razza ben diversa dai laici seri, caricano le posizioni della Chiesa con la lucente vigoria nerissima di un toro miura. Capezzone (incredibile dictu!!) sta superando Pannella. Ma almeno una volta siamo in grado di ritorcere contro i laico/laicisti l’accusa di “censori” che con tanta simpatica spensieratezza essi rivolgono a noi cattolici. I censori stavolta, e sul serio, glielo diciamo senza spensieratezze di sorta, sono loro. Gatto Mammone Costanzo e Maria Baritono Filippi rivolgono ai clienti delle tante trasmissioni (a quando l’inizio delle riprese dal retrocucina di casa loro?) consigli umanissimi. Una marea di casi umani approdano in quel retrocucina. La gente s’incontra, si scontra, si riconosce, si guarda in cagnesco, si riconcilia, si abbraccia. Piange. Soprattutto piange. Piange ch’è una bellezza. L’altro ieri c’è stata una signora che le lacrime le ha trattenute, benché le sue disgrazie fossero davvero tante. O forse troppe, come a proposito delle sue disse Gesù sulla croce. Una donna colpita da un cancro. Dopo che, un anno fa, le era morta di cancro una sorella. Dopo che, due anni fa, le era morta di cancro sua madre. Dio mio, perché l’hai abbandonata? Ebbene, di fronte a casi così duri non affiora mai e poi mai nell’umana vicinanza che il duo Gattone/Maria riserva ai casi più duri l’ipotesi che si possa soffrire e morire da Cristiani. Liberissimi di crederci o non crederci. Ma… è successo! È successo che, nell’anno di grazia 1988, un nostro indimenticato fratello e padre nella fede, Cesare Pagani, a Perugia, quando i medici gli dissero che Sorella Morte era dietro la porta, li invitò ad accoglierla unendosi a lui nell’applauso. È successo che don Gustavo non si sia accontentato di bere, ma abbia voluto centellinare il calice della sua sofferenza fino in fondo, a salvezza dei suoi. A Perugia. Giorni addietro. È successo. È successo che l’altra sera R.V., una donna delle pulizie, prima della messa sia venuta in sagrestia per dirmi che le restavano pochi mesi di vita. Quando le ho detto “Pregheremo tutti per la sua guarigione”, lei ha replicato: “Pregate solo perché io sappia accettare la volontà di Dio”. È successo. Volete prenderne atto? È successo. Quando, quarant’anni fa, il giovane don Benito visitò la Giuditta de Palazzone che stava morendo, e cominciò a parlare del più e del meno, la Giuditta lo guardava, perplessa…: poi quando la chiacchierata le sembrava troppo lunga si spiegò: “Don Ben’ ma… l’Olio Santo non s’usa più?”. È successo tante volte, ma voi non ne parlate mai. Dite un po’, ma se la vita non fosse un fregatura,… vi dispiacerebbe?

AUTORE: Angelo M. Fanucci