È stato un pomeriggio speciale, quello di sabato 10 novembre, per tutti gli amici del Campo della delegazione regionale Caritas di Radulac, in Kosovo; a Gubbio, presso l’hotel “Beniamino Ubaldi” sono arrivati da Napoli, Roma, Prato, Pisa, Firenze, Reggio Emilia, Brescia, Treviso, da Perugia, Terni e da altre città dell’Umbria. E naturalmente tanti eugubini.
La delegazione regionale ci aveva chiesto di essere la sede dell’incontro proprio perché il legame della nostra diocesi con il Campo di Radulac è molto forte: le adozioni a distanza (oltre 130.000 euro), il fondo sanitario farmaci (quasi 7.000 euro), l’accoglienza a Gubbio di 6 malati, il sostegno scolastico, 10 abitazioni ricostruite.
La giornata non ha certo avuto uno stile convegnistico, ma quello di un incontro familiare tra amici che condividono il sogno di un mondo che scommetta sempre di più sulla gratuità, e che hanno visto nel Campo di Radulac un segno profetico di questa logica evangelica. Tutti hanno voluto ringraziare le persone che hanno incontrato laggiù: i volontari italiani, i ragazzi kosovari, i bambini accolti, le famiglie conosciute. Tante emozioni ha suscitato anche il bellissimo video del documentarista Riccardo Truffarelli, che ci ha raccontato la sua particolare esperienza al Campo.
L’ultima parte dell’incontro è stata riservata alla presentazione della bozza di progetto della nuova casa del Campo preparata dall’architetto eugubino Giuseppe Lepri e dal suo collega di Prato Marco Lenzi, conosciuto in Kosovo tre anni fa. Proprio quest’estate si erano recati laggiù, insieme agli ingegneri Mario Franceschetti e Leonardo Tosti, per visionare il terreno e soprattutto per conoscere la realtà del Campo. Da quello che hanno preparato si capisce che si sono buttati nell’impresa con tutti se stessi: ‘con il cuore, la mente e le mani’, come hanno detto ripetendo le parole che aveva loro rivolto don Lucio Gatti in Kosovo. Don Lucio, che è un po’ l’anima di tutte le case di accoglienza della delegazione regionale Caritas, compresa quella in Kosovo, ha condotto l’incontro con l’affetto di un padre. Ha portato il proprio saluto e la propria testimonianza molto partecipe anche il nostro vescovo, mons. Ceccobelli; un anno fa ha potuto conoscere direttamente il Campo di Radulac.