La carità ci spinge

Al convegno ecclesiale hanno partecipato oltre trecento persone, tra cui molti giovani. La Caritas ha presentato il primo 'Rapporto sulle povertà' della diocesi

‘La carità non è un semplice strumento, né una nostra fantasia, ma è l’applicazione dell’amore di Dio all’amore degli uomini e rappresenta il senso stesso della Chiesa. Ecco perché l’amore per il prossimo, oltre che non delegabile, è un compito per ogni singolo cristiano e per ogni comunità’. Ha esordito così, con parole chiare, il vescovo Giovanni aprendo il convegno ecclesiale diocesano ‘Date loro voi stessi da mangiare’, che si è svolto nello scorso fine settimana a Sferracavallo. Già il tema scelto per il convegno, definito ‘coraggioso’ da mons. Riccardo Fontana, ospite e relatore nella giornata di venerdì, segnala quello che è stato il nodo centrale di questa terza assemblea che ha richiamato più di 300 persone (e tra queste anche molti giovani), da tutte le Unità pastorali della diocesi, sacerdoti, religiosi, diaconi, operatori pastorali e tanti laici appartenenti ad aggregazioni laicali, oltre ai volontari delle Caritas parrocchiali. Ciò a dimostrare come stia crescendo sensibilmente anche la partecipazione ad eventi di questo genere, che sono un momento di riflessione, di discernimento e di progettazione di un cammino pastorale che vuole essere comune e condiviso, nel segno reale della comunione che deve animare la vita di una Chiesa locale. La carità è stata quindi il centro ed il vertice del convegno e delle relazioni che si sono svolte, nonché l’argomento degli 11 gruppi di lavoro che hanno, nei due giorni, analizzato l’incidenza della carità in diversi ambiti della vita ecclesiale, sociale e culturale. Sono molteplici e spesso del tutto nuove, infatti, le istanze ed i bisogni a cui anche la nostra Chiesa locale è chiamata a rispondere, scontrandosi con diverse forme di povertà materiale ed immateriale, molte del tutto nuove per la nostra esperienza. Conoscere ed analizzare le povertà è infatti fondamentale per poi saperle fronteggiare con strumenti, interventi ed iniziative adeguate ed è il motivo che sta alla base della ricerca condotta dalla Caritas diocesana ed oggi pubblicata, il ‘Primo rapporto sulle povertà nella diocesi di Orvieto-Todi’, presentato da Paolo Montesperelli nella giornata di sabato. Sono state messe in evidenza le peculiarità diocesane del fenomeno della povertà rispetto al quadro umbro in generale, di cui parleremo in modo approfondito in uno dei prossimi numeri. Numerosi sono stati gli spunti di riflessione, soprattutto a livello di indicazioni pastorali, che sono venuti anche da don Salvatore Ferdinandi, della Caritas italiana, e da don Vito Strafaccia, sacerdote e direttore della Caritas diocesana di Spoleto-Norcia, che ha raccontato in modo schietto e diretto quella che è la dimensione comunitaria della carità che vive la sua parrocchia, come molte altre. Proprio questo ha teso a sottolineare anche mons. Giovanni Scanavino, in chiusura del convegno, che le nostre comunità, tutte a dimensione d’uomo, in cui tutti si conoscono, possono favorire la sollecitudine per i fratelli in difficoltà, senza dimenticare mai che il senso vero dell’amore di Dio è, sia a livello di vita cristiana personale che comunitaria, il servizio al prossimo e la carità, manifestazione concreta della comunione.

AUTORE: Francesca Carnevalini