Con la nuova lettera pastorale, redatta a conclusione dell’Assemblea ecclesiale 2012 e diffusa in occasione delle solenne celebrazione in duomo per la festa della dedicazione della Cattedrale, il vescovo mons. Mario Ceccobelli illustra un nuovo metodo per l’insegnamento del catechismo, destinato a superare o, meglio, tradurre l’aspetto nozionistico in comportamenti concreti sui quali impostare la vita di tutti i giorni.
Portando avanti un cammino già tracciato con le precedenti pastorali, il documento abbraccia e propone riflessioni utili per suscitare in tutti l’orgoglio, l’entusiasmo e la bellezza “del nostro essere Chiesa”, dove “ogni pietra ha il suo posto. Vorrei che ciascuno – è l’augurio del presule – trovasse il suo posto accanto alle altre pietre, tutte cementate dal comandamento della carità. Solo così ogni pietra sarà viva e non sarà pietra d’inciampo che rischia di far cadere l’edificio”.
Nella pastorale il Vescovo si rivolge anche a quanti hanno il dovere di garantire alla società quelle condizioni indispensabili perché ciascuno possa esprimersi e realizzarsi.
“Con questa lettera – prosegue Ceccobelli – oltre che offrire alcune considerazioni alla diocesi, ai credenti in primo luogo e a tutti gli uomini di buona volontà, desidero rivolgere, per il bene dei figli che sono affidati alla nostra società e per il progresso generale della nostra comunità, una parola anche al mondo della politica, nel pieno rispetto della sua libertà ed autonomia, ma con doverosa sollecitudine pastorale, se posso usare questo termine, data la gravità della fase politica attuale, nel nostro Paese e anche nelle nostre realtà”.
“Alla classe politica ricordo – prosegue – che il fine e la giustificazione stessa dell’azione politica è sempre e comunque il bene comune, inteso come insieme delle condizioni che permettano ad ogni persona e ad ogni formazione sociale, a partire dalla famiglia, di realizzarsi pienamente”. Chi fa politica svolge un servizio, e affinché sia davvero tale “dobbiamo riscoprire il senso autentico del termine. Il politico serve la sua comunità con spirito di sacrificio e disinteresse, mettendoci del suo e ri-mettendoci del suo”. La sua ricompensa “sta nella realizzazione di sé e nella consapevolezza di avere assolto un dovere verso la propria collettività. Potrei riassumere il mio pensiero con questa battuta: sì a una politica che serve i cittadini, no a una politica a cui servono i cittadini”.
Quindi alcune raccomandazioni di carattere pratico: “Consegno questa lettera ai parroci della diocesi chiedendo loro di farla conoscere a tutti i fedeli, leggendola, anche in forma ridotta o a più puntate, nella santa messa di domenica 30 settembre ed eventualmente in quelle successive. Invito inoltre a discuterla con i rispettivi Consigli pastorali. Sollecito i parroci e i Consigli a continuare le iniziative suggerite nella lettera pastorale dello scorso anno, invitando chi è rimasto indietro a metterle in atto quanto prima”.
Infine “invoco su tutto il popolo santo della nostra Chiesa diocesana, per la mediazione di Maria, la Madre di Gesù e della Chiesa, di sant’Ubaldo, di san Francesco e dei santi Patroni delle nostre parrocchie, la benedizione del Padre, del Figlio e dello Spirito santo”.