Tutela e valorizzazione: su questi due concetti e di come finalizzarli ad una maggiore fruizione dei beni culturali ecclesiastici si è parlato nel corso di una tavola rotonda che si è svolta mercoledì 22 giugno scorso presso la sala Norsa del Sacro Convento ad Assisi. Perché i beni culturali ecclesiastici siano accessibili ad un pubblico più vasto è necessario che questi vengano messi in rete, ha detto la dott.ssa Recchia, direttore generale nel Ministero per i beni e le attività culturali. Un’idea sarebbe quella di creare dei percorsi, degli itinerari turistici virtuali nei quali vengano indicati i diversi luoghi di culto. ‘Certo – è stato detto – rischi in merito alla sicurezza ce ne potrebbero essere, ma è certamente un argomento su cui bisognerebbe discutere’. Di valore spirituale, non solo culturale, del bene artistico ha voluto parlare mons. Giuseppe Chiaretti, arcivescovo di Perugia ‘ Città della Pieve. ‘C’è un’altra lettura di cui dobbiamo tener conto ‘ ha sottolineato ‘ ricordare cioè che davanti a queste opere d’arte, quali un’immagine sacra, un crocifisso, la gente si metteva in ginocchio per pregare, ed è proprio perché ancora oggetto di culto molte di queste opere d’arte non possono essere spostate dal luogo d’origine’. Dove portarle, allora, perché venga assicurata la loro incolumità? Mons. Chiaretti, a tal proposito, ha ricordato la recente realizzazione del primo museo diffuso della diocesi: ‘Spero di realizzarne almeno una dozzina’, ha concluso. Soddisfatto della proficua collaborazione che da qualche anno a questa parte si è instaurata tra la Chiesa umbra e le soprintendenze è stato mons. Riccardo Fontana, incaricato regionale per i beni culturali ecclesiastici: ‘Ne abbiamo avuto testimonianza nel periodo del terremoto. Ho visto personalmente tecnici della Soprintendenza andare a recuperare le opere nelle chiese, in mezzo alla gente che voleva rassicurazioni sulla loro destinazione’. Ma ha parlato anche di qualche problema: in primis quello della dichiarazione dell’interesse culturale degli edifici di proprietà della Chiesa: ‘Non è possibile che per avere dei finanziamenti bisogna aspettare la verifica, è necessario trovare una soluzione diversa’. Mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni ‘ Narni – Amelia ha centrato il suo intervento sulla nuova committenza per le chiese: l’opera d’arte non deve nascere nello studio dell’artista – ha detto – ma attraverso la conoscenza dell’arte e della storia del territorio, del luogo dove l’opera verrà poi collocata. Toni di apprezzamento per la collaborazione tra Chiesa e Istituzioni sono stati espressi anche da mons. Sergio Goretti, vescovo di Assisi, Nocera Umbra, Gualdo Tadino. ‘In passato ‘ ha ricordato il presule ‘ i due mondi hanno camminato in maniera distinta. Voglio però sottolineare che almeno il 70% delle opere custodite nei musei civici sono di provenienza sacra’.
Itinerari virtuali per le chiese?
Singolare proposta alla tavola rotonda sui beni culturali ecclesiastici
AUTORE:
Manuela Acito