Istituto Serafico: uno dei più moderni e attrezzati d’Europa

Il presidente Guido Iacono intende fare chiarezza sulle voci di chiusura

Avevamo lasciato il Serafico in festa e ad una giornata organizzata con zelo e trascorsa in distensione era stata dedicata una nota in questa pagina. Torniamo ora a parlare del Serafico con preoccupazione ma anche con l’auspicio che il “caso” trovi degna e adeguata soluzione, soluzione che potrebbe verificarsi anche prima dell’uscita di questo articolo. Va più che positivamente giudicata la mobilitazione creatasi intorno alla benefica istituzione anche se, come capita in simili circostanze, si rischia di incorrere in qualche equivoco. La dichiarazione rilasciataci dal presidente Guido Iacono intende fare chiarezza circa la situazione: “L’Istituto Serafico non solo non chiude, ma si sta sviluppando e sta ristrutturando l’edificio principale con accorgimenti e tecniche speciali che lo porranno fra le strutture più moderne ed attrezzate d’Europa. Il Serafico è un centro di riabilitazione per non vedenti pluriminorati e opera nel settore sanitario. La Scuola speciale annessa svolge solo una parte del programma di riabilitazione e solo per un terzo degli ospiti dell’Istituto. La riforma scolastica mette a rischio soltanto la prosecuzione dell’attività scolastica che comunque va difesa perché costituisce un elemento importante, ma che in ogni caso non precluderebbe il prosieguo delle complesse attività di riabilitazione svolte dall’Istituto Serafico da oltre 130 anni, attraverso interventi di specialisti di diverse discipline”. Non è dunque in gioco la chiusura del Serafico ma eventualmente quella della Scuola speciale annessa “che comunque va difesa”: così puntualizza lo stesso Iacono, interpretando la volontà di quanti hanno a cuore l’integrità dell’Istituto e tra costoro il vescovo che giudica grave e penalizzante un eventuale “taglio”. Del resto parlano chiaro le lettere inviate al ministro della pubblica istruzione Letizia Moratti e per conoscenza ai rappresentanti delle istituzioni regionali e locali. Ha scritto tra l’altro il presidente Iacono: “Non posso nascondere anch’io la preoccupazione per le voci che si rincorrono a riguardo e che pongono a rischio la prosecuzione della storica attività didattica che si svolge al Serafico da oltre settant’anni e che finora ha assicurato l’istruzione speciale ai molti ragazzi “speciali” che sono passati dal Serafico per effettuare un percorso educativo e riabilitativo globale”. Ed ecco quanto ha scritto il vescovo Goretti che considera il Serafico come l’istituzione più importante della diocesi e la più significativa della città dei santi Francesco e Chiara: “L’Istituto, nella sua lunga e consolidata esperienza, ha maturato una notevole capacità educativa, favorita anche da attrezzature moderne e da aggiornate tecniche riabilitative e didattiche, ma ora potrebbe vedere notevolmente compromessa la sua benemerita e ineliminabile attività, qualora si dovesse procedere alla chiusura della scuola”. Volendo esprimere anche il nostro personale parere, senza incorrere nella demagogia, avvertiamo l’esigenza di dire che la perdita della Scuola annessa ostacolerebbe il necessario processo di istruzione e qualificazione degli assistiti presenti in seno all’Istituto. E’ ovvio che tali assistiti, proprio per la loro condizione, necessitano di un supporto più elevato di educatori. La schematizzazione del rapporto insegnanti-alunni non regge, appare veramente impropria. Mutilare il Serafico della Scuola annessa significa intralciare il duplice processo educativo-riabilitativo (binomio questo strettamente connesso) ed inoltre ridurre una forza-lavoro che ha dimostrato negli anni dedizione e spirito di sacrificio. Una “fonte autorevole” che desidera per discrezione rimanere anonima rivela che anche l’amministrazione comunale sta concretamente operando per la soluzione del problema, senza sovraesposizione di comunicazioni pubbliche, in omaggio al desiderio che questa fase delicata non venga intaccata da interventi che potrebbero essere interpretati come un tentativo di politicizzazione.

AUTORE: Francesco Frascarelli