“La percezione comune dei fenomeni migratori è deformata da una lettura impropria della realtà, la cui entità viene spesso amplificata dalla lente deformante della cattiva gestione e della strumentalizzazione a fini elettorali”. Inizia così il documento approvato dal Movimento ecclesiale di impegno culturale e offerto a tutti per un approccio più equilibrato al tema.
A questa premessa seguono, infatti le 5 proposte che qui sotto riportiamo, con le quali si invita ad affrontare il tema con concretezza, realismo senza rinunciare all’umanità. Il principale contributo al testo è stato dato dal sociologo Maurizio Ambrosini che sarà a Perugia sabato 13 aprile per un incontro dedicato proprio a questi temi.
Il documento (si può trovare su www.meic.net nella sezione news) contiene anche un sintetico ma ricco approfondimento proprio sui numeri del fenomeno troppo spesso non conosciuti o addirittura utilizzati a proposito per alimentare paure o false illusioni.
(Leggi anche: Quanti sono gli immigrati nell’Eugubino-Gualdese?)
I numeri delle migrazioni
Per esempio i numeri totali dei migranti internazionali nel mondo, che alimentano la paura di una invasione delle nostre città, dicono, è vero, di una crescita in termini assoluti (sono 257,7 milioni mentre erano 173 milioni nel 2000), ma molto poco in percentuale. Essi, infatti, si legge nel documento, “rappresentano il 3,4% della popolazione mondiale, di poco superiore al 2,9% dell’ormai lontano 1990. Dunque quasi il 97% degli esseri umani non si sposta dal suo paese di origine, malgrado i problemi che in tante aree del mondo deve affrontare quotidianamente.
Inoltre, 111,7 milioni si sono trasferiti in paesi classificati dall’ONU come in via di sviluppo, e solo 146 milioni verso paesi sviluppati”. Una fetta consistente dei flussi viaggia sulla direttrice Sud-Sud, e non mancano neppure le migrazioni Nord-Sud, così come tra gli ingressi nei paesi ad alto reddito una componente importante proviene da altri paesi del Nord globale. Non c’è evidenza di esodi biblici dall’Africa o da altre regioni a basso reddito verso l’Europa”. Inoltre di tutti i migranti quasi la metà (il 48,4%) sono donne.
Le migrazioni in Italia
Riguardo alle migrazioni in Italia “il dato saliente è la sostanziale stabilizzazione della popolazione immigrata da quattro anni a questa parte: 5,33 milioni secondo il Dossier Idos, pari all’8,5% della popolazione. A questi va aggiunta una stima di quasi 500.000 immigrati in condizione irregolare (Fondazione ISMU), la cui incidenza (9,7%) è peraltro inferiore a quella della prima decade di questo secolo (55,9% di irregolari nel 2002)”.
Inoltre la serie storica dei dati mostra che le migrazioni “non sono state fermate dalla riduzione degli sbarchi promossa dagli ultimi due governi, ma avevano cominciato a calare parecchio tempo prima, soprattutto per la riduzione delle opportunità lavorative”.
“È un persistente equivoco – avverte il documento – quello che confonde sbarcati, rifugiati e immigrati. In Italia le norme prevedono 21 tipi di permessi di soggiorno, senza contare coloro che non hanno bisogno di nessun permesso per entrare, cercare lavoro e soggiornare: tipicamente i cittadini di altri paesi dell’Unione Europea e che attualmente sono circa 1,5 milioni”.
M. R. V.