Pornografia, cyberbullismo, ricezione di messaggi con contenuti sessuali, incontri faccia a faccia con persone conosciute on line, diffusione non autorizzata dei propri dati personali: sono alcuni dei rischi emersi dal nuovo rapporto del progetto Eu Kids online, finanziato dalla Commissione europea e promosso da London School of Economics e OssCom (Osservatorio comunicazione dell’Università cattolica). La ricerca, presenta in Italia nei giorni scorsi, si basa sulle interviste a 25.000 genitori e minorenni di 25 Paesi europei. Dai dati si avverte la necessità di un impegno “più attivo” da parte di padri e madri nei confronti dei figli, “incominciano dal parlare con loro di internet e assistendoli qualche volta personalmente online. Rispetto all’imposizione di divieti, questo impegno può ridurre il rischio di danni, senza precludere le opportunità di internet”.Per quanto riguarda la situazione nel nostro Paese, si sottolinea che l’87% dei genitori dichiara di fissare regole per la diffusione d’informazioni personali on line; il 56% sostiene di essere accanto ai figli quando usano internet e il 79% ne parla con loro. Solo il 13% dei genitori non ha attivato alcuna strategia di mediazione tra quelle esplorate nel questionario, mentre il 21% usa filtri per la sicurezza. “Nel complesso – spiega Sonia Livingstone, coordinatrice del progetto – si rivela un quadro positivo, in cui i minori ben accettano l’interesse dei genitori, e i genitori esprimono fiducia nelle abilità dei propri figli. Ma ci sono padri e madri che non fanno molto, neppure per i figli più piccoli”. L’attenzione dei genitori è fondamentale ma non è ancora abbastanza per garantire la sicurezza dei minori. Ad esempio, il 41% del campione esaminato si è infatti imbattuto in uno o più contenuti o contesti d’interazione potenzialmente pericolosi, ma il 54% dei genitori ignorano che i propri figli hanno visto immagini a sfondo sessuale (mentre i ragazzi hanno ammesso – nel questionario – di averle viste). Questo quadro, ad avviso di Franco Mugerli, presidente del Comitato media e minori, mette “in luce l’urgenza di una tutela reale dei diritti dei minori in internet e negli altri media. Manca ancora una sensibilità condivisa – ha aggiunto Mugerli.- Senza questa e senza una maggior responsabilizzazione non si può rendere incisiva un’azione a livello politico e legislativo”. Anche Domenico Delle Foglie, presidente del Copercom (Coordinamento di 29 associazioni per la comunicazione) ha confermato l’impegno a “intensificare riflessioni, proposte e iniziative in questo ambito, coinvolgendo educatori, esperti, istituzioni e quanti hanno a cuore i diritti e la dignità dei minori”. In questa prospettiva il Copercom anche per l’anno in corso riproporrà l’esperienza dei laboratori on line per gli animatori di cultura e comunicazione. Su questa iniziativa rivolta in particolare al territorio (parrocchie, comunità associazioni, scuole…) si possono avere informazioni visitando il sito www.copercom.it, dove nei prossimi giorni sarà pubblicato il calendario del laboratorio, che inizierà verso la fine marzo.