Insulti sul web: fermiamo gli “odiatori” di professione

Marini come Boldrini, come tante altre donne, uomini, istituzioni che sulla Rete vengono derisi (quando va bene), più spesso pesantemente insultati e minacciati. Anche di morte. La Presidente dell’Umbria su un famoso social network viene coperta di insulti per una sua foto, reagisce e invita fermare “i violenti del Web”. Una sollecitazione giusta, comprensibile e condivisibile. C’è da chiedersi se questi “violenti del Web” esistano soltanto nel mondo virtuale o se li incontriamo anche nella vita reale: in fila alla posta, al bar, in tram, al semaforo. Sono forse quelli che se ne infischiano di quando è il loro turno allo sportello e accampano scuse per saltare la fila? O quelli che quando lampeggia il giallo danno un colpo di acceleratore e ti sfiorano la macchina, evitando di un nulla di causare un incidente? O quelli che buttano cicche di sigarette in terra, o parlano a voce alta, o fanno colazione al bar impiastrando di caffè il giornale che il locale mette a disposizione dei clienti? Dovremo cercare, una buona volta, di capire a che ‘razza’ appartengono, questi ‘eroi’ del nulla che si nascondono dietro una tastiera per colmare, forse, una vita incompiuta, ricca solo di fallimenti e priva di soddisfazioni. Che non c’è niente di male, a vivere una vita non brillante: ma non è sfogando la propria rabbia sparando a raffica sul primo che capita, tra l’altro in maniera troppo spesso coperta da nomi di fantasia, che si rovescia in positivo il corso dell’esistenza. O che si trova sollievo alla rabbia repressa. Ma forse questo è un ragionamento troppo pacato, per questi ‘professionisti dell’odio’ che si arrogano il diritto di sputare sentenze sull’universo mondo, sul valore delle persone, sul loro aspetto fisico e sulla loro vita privata, senza metterci la faccia. E una firma. Serve una legge – che ancora non c’è – per far finire questo scempio, che è sociale più che mediatico. Ed è una battaglia che le persone di buon senso dovrebbero sentire come propria e portare avanti.

AUTORE: Daris Giancarlini