Il quadro è complesso, difficile, imprevedibile. C’è una crisi generalizzata della carta stampata che va avanti da anni. Un’autentica “rivoluzione” digitale che ha cambiato le carte in tavola nel mondo della comunicazione. E ora, anche un’emergenza sanitaria che – dal locale al globale – sta stravolgendo il nostro presente e ridisegnando il nostro futuro. In mezzo a tutto questo, proprio nel tempo più “forte” e caro a noi cattolici, vedo il mio nome nella gerenza del numero de La Voce che stiamo chiudendo in redazione. Mi tremano le gambe, se ci penso.
Un “testimone” prezioso
Con la direzione del settimanale La Voce raccolgo un testimone che considero prezioso, perché questa testata fa parte della mia vita professionale dall’inizio, fin dai primi passi, anche se poi l’attività giornalistica mi ha portato altrove. Se dovessi individuare con le dita delle mie mani un elenco di persone che considero un punto di riferimento, non mancherebbero certo il caro don Elio Bromuri e Maria Rita Valli, dalla quale raccolgo proprio questo testimone. Li ringrazio entrambi per quanto mi hanno insegnato e spero di essere all’altezza del lavoro che hanno fatto al giornale in questi anni.
Con tale passaggio di consegne si fa più concreto il progetto, iniziato da qualche mese, di riorganizzazione dei media ecclesiali regionali, con la progressiva unificazione del settimanale cartaceo, dell’emittente Umbria Radio, di web e social media che fanno parte del network. Saranno, ancora di più, le membra di un corpo unico, con una identità e una missione ben precise.
Fare squadra, per creare comunità
Non siamo più da un pezzo dei semplici destinatari di messaggi. Siamo letteralmente immersi in quel liquido amniotico che è la comunicazione di oggi. In pochi anni, il consumo di mass media è cambiato in modo significativo e rapido. Ora – per soddisfare il nostro fabbisogno informativo – non abbiamo più a disposizione solo una serie di mezzi di comunicazione (stampa, radio, tv, Internet), ma abbiamo varie modalità di fruizione per ogni mezzo.
Questo è uno dei motivi principali che rende necessari cambiamenti e innovazione radicali. Nuova organizzazione editoriale ed economica per i mezzi di comunicazione sociale della Chiesa perugina e umbra. Affinché essi possano continuare ad avere un ruolo importante e incisivo per la corretta informazione e la moderna evangelizzazione nelle nostre comunità locali. Oggi più che mai, con il vorticoso sviluppo degli ambienti digitali, la Chiesa ha bisogno di essere “in uscita” e missionaria anche sul terreno delle comunicazioni sociali. Adeguarsi e aggiornarsi ai nuovi mezzi, alle nuove modalità di fruizione degli stessi, ai nuovi linguaggi e alle competenze che questi comportano.
Restiamo a casa, ma in “contatto”
In questo momento di cambiamenti, bruschi e profondi da tutti i punti di vista, negli ultimi giorni ci siamo interrogati spesso su come vivere il presente. Consapevoli delle responsabilità che ognuno di noi ha nei confronti del prossimo. Le restrizioni necessarie per contenere il contagio da Covid-19 non ci hanno impedito finora di raggiungere le case dei nostri abbonati. Portare uno sguardo attento su quanto sta accadendo in Umbria, in Italia e nel mondo intero. Non potevamo fare diversamente, è la nostra missione. E non potevamo abbandonare nessuno, specie alla vigilia della Pasqua.
Ora però interrompiamo la stampa e la distribuzione del giornale per qualche settimana, come hanno fatto altre testate nel nostro Paese. Anche per riorganizzare al meglio e in sicurezza il nostro lavoro. Ma non vogliamo lasciarvi soli. Anzi, attraverso il web e il “giornale digitale” in questo periodo vogliamo stare vicini agli abbonati e a chi non lo è ancora, per non privare nessuno di una parola di conforto, per approfondire storie e stimolare il dialogo con i nostri lettori.
Torneremo i primi di maggio con l’edizione cartacea, ma nel frattempo mettiamo a disposizione i nostri media online, l’app per smartphone e tablet, l’edizione digitale. Iscriviti gratuitamente. Vi invitiamo a condividere con amici e conoscenti questa opportunità che ci permetterà di camminare insieme, anche se a distanza, verso la ripresa della normalità.
Daniele Morini