Il Consiglio regionale dell’Umbria nel luglio scorso ha approvato la legge che istituisce il Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza. “La legge regionale che istituisce il Garante per l’infanzia e l’adolescenza – afferma Marco Milella, docente di Pedagogia generale e sociale e di psicologia generale all’Università degli studi di Perugia – rientra in un contesto più ampio legato alla tutela dei diritti umani, in particolare quelli dei minori. Due i filoni che possono aver guidato il legislatore regionale nella composizione del provvedimento. Il primo trova il suo fondamento nella constatazione che, nello scorrere dei secoli, i più piccoli sono sempre stati i primi ad essere sacrificati. Anche oggi sono coloro che facilmente vengono dimenticati, che non possono far valere le loro ragioni o raccontare le violenze subite. La legge è sicuramente uno strumento per superare questi ostacoli, in una Regione come l’Umbria che non è immune da casi di violenza o di maltrattamenti in genere sui minori”. Entrando nello specifico della legge, dice ancora Milella, “si può capire come la Regione auspichi un utilizzo delle risorse migliori a favore dei minori. Il provvedimento parla anche di un ufficio del Garante: si spera che sia composto da figure di elevata professionalità, dotate di personale autorevolezza. Nel testo si sarebbe potuto specificare meglio il rapporto del Garante con l’autorità giudiziaria, in particolare con il Tribunale dei minori”. Sarebbe interessante, aggiunge il docente, “se il Garante, che deve essere una persona istituzionalmente e professionalmente valida, e possibilmente non politica, potesse proporre corsi di formazione per tutti quei soggetti che si occupano di minori: operatori sociali, docenti, giudici… Sarebbe auspicabile anche dar vita a corsi di formazione per operatori interculturali, visto che oggi, comunque, i minori che hanno più bisogno sono quelli stranieri”. Nella legge, prosegue Milella, “noto che si dà molta importanza ai mezzi della comunicazione. Ci vuole discrezione quando ci sono di mezzo i bambini, il pettegolezzo non aiuta. Comunque c’è molta speranza intorno alla figura del Garante”. Più scettico è Marcello Lucci, coordinatore-educatore del Centro educativo minori Santa Rita a Roccaporena di Cascia: “Analizzando la prima parte della legge, in cui sono descritte le finalità dell’eventuale opera del Garante, si percepisce una strana sensazione: come può una singola figura, con tutti i buoni propositi, sovrintendere tutti gli aspetti che riguardano la dimensione educativa, ovvero promuovere tutte quelle iniziative di raccordo tra gli enti locali, la scuola, le istituzioni che si occupano dei minori come soggetti titolari di diritti in generale? A mio parere andrebbero risolti i problemi già esistenti all’interno di ogni struttura, ente e istituzione che si occupano di minori”. Per Lucci, “i problemi che oggi ci troviamo ad affrontare sono organizzativi, economici o di investimento, strutturali, vincoli burocratici, confuse competenze territoriali e altro. Tutto ciò già rende difficile l’operato di tanta gente professionalmente competente che opera nel settore”. L’istituzione del Garante “potrebbe essere l’ennesimo operatore a disagio inserito in un groviglio di figure professionali, spesso poco considerate nel loro impegno quotidiano”. Queste ultime, conclude l’operatore, “dovrebbero essere di per sé già garanti di tutti i principi e valori enunciati nella legge di istituzione del Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza”. I compiti che gli verranno affidatiL’Umbria è la decima Regione italiana ad avere istituito il Garante per l’infanzia e l’adolescenza. Ha il compito di tutelare i diritti e gli interessi individuali dei minori che vivono sul territorio regionale, di promuovere una cultura dell’infanzia e coinvolgere i soggetti istituzionali interessati. Il Garante verrà eletto dal Consiglio regionale a maggioranza assoluta dei consiglieri; sarà scelto fra persone esperte che hanno maturato esperienza nel campo dell’età evolutiva e in quello educativo. La legge stabilisce che il Garante riferisca in Aula sulla propria attività almeno una volta l’anno. Ogni tre anni il Consiglio regionale in collaborazione con il Garante, con i servizi regionali e con gli enti preposti organizzerà una conferenza regionale per fare il punto sulle problematiche dell’infanzia e dell’adolescenza. Particolare attenzione sarà rivolta alla prevenzione di abusi e violenze, allo sfruttamento del lavoro minorile, all’abbandono scolastico, ma anche in generale ai contenuti dell’informazione televisiva, quest’ultima, in sinergia con il Corecom Umbria, Comitato regionale per le comunicazioni.
Infanzia più garantita
Anche l’Umbria si dota di un Garante per l’infanzia. Con qualche perplessità
AUTORE:
Francesco Carlini