Lo storico Ernesto Galli della Loggia, qualche giorno fa, ha dedicato un editoriale del Corriere della Sera ai cristiani che in diversi Paesi islamici dell’Africa e dell’Asia subiscono intimidazioni, vessazioni, e perfino – con allarmante frequenza – stragi. Il tutto senza che l’opinione pubblica occidentale mostri di darsene pensiero, tanto meno impieghi il peso della sua forza politica ed economica per esigere che le minoranze cristiane godano in quei Paesi della libertà e della sicurezza che altrove è garantita alle minoranze religiose (comprese quelle islamiche).
Galli della Loggia aggiungeva che questa indifferenza per la sorte dei cristiani in Asia e in Africa è il frutto del sostanziale disprezzo che le opinioni dominanti nei Paesi occidentali hanno per la religione in genere, e per il cristianesimo in particolare. L’argomento era trattato con molta acutezza; l’autore non si presenta, almeno pubblicamente, come cattolico, ma di solito è attento nel difendere, laicamente e sul piano culturale, le ragioni del cattolicesimo.
Non voglio adesso fare un riassunto del suo pensiero, ma semmai aggiungere qualche cosa. E cioè che se i non-credenti mostrano tanto disprezzo, o comunque noncuranza, per il cristianesimo, dipende dal fatto che troppe volte sono gli stessi credenti a mostrare tale noncuranza per la propria fede. Beninteso, i santi, gli eroi dell’amore per Dio e per il prossimo sono ancora fra noi, anche quelli anonimi che non saranno mai messi sugli altari. Parlo però della massa di coloro che praticano i riti (sempre meno e sempre più di rado) ma nel loro vissuto quotidiano non hanno nulla che esprima i valori cristiani; coloro che tanto nelle grandi scelte di vita quanto nei comportamenti di ogni giorno sono indistinguibili dai non-credenti, nel bene e nel male; sicché, se non li vedessi andare qualche volta in chiesa, non capiresti mai che sono cristiani. Parlo, sia chiaro, anche per me stesso.
I fenomeni giustamente evidenziati da Galli della Loggia dovrebbero provocare, innanzi tutto, l’autocritica dei credenti o presunti tali.