“Sindone. Indagine su un mistero” è il titolo della relazione tenuta da Emanuela Marinelli presso la sala convegni dell’hotel Beniamino Ubaldi, incapace di contenere le centinaia di persone attirate da una tematica che non smette di affascinare credenti e atei, mistici e scienziati. Quando poi a relazionare è una delle più eminenti sindonologhe in circolazione, autrice di testi fondamentali sull’argomento, allora le ragioni dell’eccezionale partecipazione all’ottavo incontro promosso in meno di due anni dall’associazione “Benedetto XVI” diventano persino evidenti. Tanto più che il sodalizio eugubino ha sempre proposto approfondimenti su temi importanti da parte di autorità del mondo cattolico, che le hanno consentito di guadagnarsi stima e considerazione. Un credito che ai rafforza dopo la relazione di Emanuela Marinelli, tenuta sullo sfondo di una rara riproduzione a grandezza naturale della sacra reliquia e scandita da una serie di bellissime immagini.
Un viaggio verbale e visivo tra i risultati delle varie indagini che hanno riguardato la Sindone, compresa l’ipotesi del “falso medievale” avanzata nel 1988, sulla scia della prova al carbonio 14, secondo la quale il telo risalirebbe al 95% a una data compresa tra il 1260 e il 1390, come confermerebbe la recente replica dell’immagine sindonica con strumenti reperibili in età medievale realizzata dall’equipe universitaria pavese guidata da Luigi Garlaschelli. Un’ipotesi contestata da numerosi ricercatori e scienziati, da Joseph Marino e M. Sue Benford sino alla stessa relatrice, secondo i quali la prova al carbonio 14 sarebbe stata eseguita su una parte di tessuto non originale. Inoltre gli esami al radiocarbonio sono ormai unanimemente considerati inattendibili dagli esperti del settore, e qualcuno ha avanzato seri dubbi anche a proposito del valore scientifico della “copia” realizzata dal prof. Garlaschelli.
“Quella che voleva essere una messa in discussione della Sindone – ha detto la prestigiosa sindonologa – si potrebbe caratterizzare come un vero e proprio autogol”. Emanuela Marinelli ha argomentato con certezza di un telo proveniente dalla zona di Gerusalemme utilizzato per avvolgere il cadavere di un uomo flagellato, coronato di spine, crocifisso con chiodi, trapassato da una lancia al costato. Ha chiamato in causa analisi di sangue ed altri esperimenti per approdare alla convinzione che la Sindone sia effettivamente il lenzuolo funebre di Gesù di Nazareth.
L’ESPERTA
Emanuela Marinelli, laureata in Scienze naturali all’Università La Sapienza di Roma, si interessa della Sindone da oltre trent’anni. Ha fatto parte del Centro romano di sindonologia. Sul tema ha tenuto centinaia di conferenze e scritto numerosi libri. È stata coordinatrice del Comitato organizzatore del Congresso mondiale Sindone 2000 (Orvieto, 27-29 agosto 2000). È stata fra i promotori del movimento Collegamento pro Sindone, dell’omonimo periodico bimestrale, e del relativo sito internet www.sindone.info che diffonde le principali notizie sull’argomento.