Ho scritto una cosa sbagliata, e devo chiedere scusa ai lettori. La settimana scorsa ho scritto che l’alluvione di Genova si è verificata (per la terza o la quarta volta) perché il canale sotterraneo in cui scorre il torrente Bisagno è troppo piccolo – e questo è vero – e che la colpa è di chi ha fatto il progetto ottant’anni fa. E questo non è vero. I calcoli di allora, basati sulla previsione di un “picco” di 500 metri cubi di acqua al secondo, erano giusti; lo sbaglio è stato fatto nei decenni successivi, quando tutto il territorio a monte è stato sfrenatamente edificato, cosicché le acque scorrono più velocemente, tutti i rivoli si ingrossano in pochi minuti, e la portata finale è quasi tre volte quella che era stata prevista. Ecco un esempio dei danni dell’uso sconsiderato del territorio; e il dramma è che, quando hai costruito mezza città nel punto sbagliato e nel modo sbagliato, rimettere tutto in ordine è praticamente impossibile. Un’altra storia di dissennatezza incredibile. In Basilicata, qualche tempo fa, decisero di costruire un tronco ferroviario di 30 chilometri per portare il treno a Matera. Sono stati spesi 300 milioni di euro per realizzare il tracciato: sterri, ponti, viadotti, gallerie, tutto in cemento armato. È stata costruita dal nulla anche la stazione; benissimo. Poi toccava alle Ferrovie dello Stato spendere altrettanto per installare le traversine, i binari, la linea elettrica e gli altri impianti. Ma le Ferrovie dello Stato hanno detto che i soldi per farlo non li hanno, e se li avessero, non li butterebbero lì. Ma non potevano chiederglielo prima? Mistero. Il fatto è che la campagna è stata sconvolta, i 300 milioni sono stati spesi e le opere vanno in malora. Che dire, se non che è un altro esempio della cialtroneria italiana? Poi si dice che i tedeschi diffidano di noi. Gli sprechi della spesa pubblica non sono solo i consiglieri regionali che vanno al ristorante e fanno mandare il conto alla Regione. Soldi dalla finestra ne buttiamo dappertutto; il dettaglio sinistro è che comunque finiscono in tasca a qualcuno.
Incredibili dissennatezze
AUTORE:
Pier Giorgio Lignani