Sì, è l’Umbria ad essere interessata da un’indagine, coordinata dalla direzione distrettuale antimafia e svolta dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato, che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di 14 persone, accusate di traffico illecito di rifiuti e, per 8 di loro, di associazione a delinquere. È un’inchiesta che coinvolge dirigenti di Gesenu, la storica società perugina specializzata nella gestione dei servizi per la nettezza urbana, e la Tsa (Trasimeno servizi ambientali). E ci sono perquisizioni in corso per verificare il corretto smaltimento dei rifiuti negli impianti di Pietramelina e Borgogiglione.
Grande la preoccupazione negli ambienti politici – in particolare Regione dell’Umbria e Comune di Perugia – per il provvedimento interdittivo, sulla base della normativa antimafia firmato dal prefetto di Perugia Antonella De Miro, notificato alla Gesenu. Il provvedimento fa riferimento a un presunto pericolo di infiltrazioni nella gestione dell’attività di impresa riguardanti soci privati ma anche le partecipazioni societarie che Gesenu ha in altre società di gestione ambientale in Sicilia, a Catania e a Messina.
L’istruttoria era stata avviata nei mesi scorsi dal prefetto De Miro dopo una comunicazione della prefettura di Catania. Il provvedimento potrebbe avere pesanti ripercussioni sulla gestione degli appalti da parte del gruppo perugino. E a questo si riferisce la presidente della Regione, Catiuscia Marini, che ha commentato la decisione della Prefettura. “L’interdittiva prefettizia antimafia alla Gesenu, società di notevole rilevanza per la gestione dei rifiuti nella nostra regione, è un fatto gravissimo che merita attenzione, a cominciare dalle istituzioni – ha osservato – è noto, infatti, quale sia il ruolo di Gesenu nella sua titolarità di molti contratti di servizio in essere nella nostra regione, non solo per ciò che riguarda tutto il sistema di raccolta dei rifiuti e di pulizia delle città, ma anche per l’attività di gestione in capo a questa società degli impianti di trattamento dei rifiuti”. E subito c’è stato un incontro con il sindaco di Perugia, Andrea Romizi, per analizzare la situazione. Il Movimento 5 Stelle, presente a Palazzo dei Priori, ha chiesto l’immediato commissariamento della Gesenu, dopo l’intervento dell’Antimafia umbra. Nel ricordare come il Comune di Perugia detiene più del 40% di Gesenu, la portavoce Cristina Rosetti ha segnalato come, a fronte di un servizio di scarsa qualità e di accertati danni ambientali, la tariffa rifiuti a Perugia sia “tra le più alte in assoluto in Italia, con gravi conseguenze a carico di famiglie e imprese”. Andrea Liberati, capogruppo 5 Stelle in Regione, ha parlato di “ultradecennale fallimento delle politiche dei rifiuti”.