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In Umbria la mafia non uccide ma fa affari

Un momento del convegno alla Camera di commercio
Un momento del convegno alla Camera di commercio

La legalità e la sicurezza sono come l’aria buona e l’ambiente sano: ci aiutano a stare bene e a vivere meglio. Sono però valori che dipendono dal comportamento corretto di ciascuno. Merito, responsabilità, senso del dovere, onestà, rispetto delle regole e solidarietà sono le vere armi per proteggerci da questo inquinamento che porta a un imbarbarimento della società. L’illegalità diffusa prospera quando per indifferenza, pigrizia, o magari anche per rassegnazione e paura, facciamo finta di non vedere quello che succede intorno a noi, delegando esclusivamente a polizia e magistratura il compito di rimettere le cose a posto con la giustificazione che “tanto fanno tutti così” e che oggi vivere onestamente “non paga”. Perché allora pretendere lo scontrino fiscale e la ricevuta quando si può risparmiare qualcosa? E perché non evadere quando si può? Tanto c’è sempre qualcuno che ruba e sperpera le nostre tasse. Invece, con questi comportamenti è come mettersi il cappio al collo. Scivolare ogni giorno di più in quella fossa melmosa da dove diventa sempre più difficile uscire. E intanto mafia e criminalità organizzata brindano. Alla faccia della crisi, loro hanno fiumi di soldi da investire (o meglio riciclare). Prosperano con i traffici illeciti, l’illegalità e la corruzione. I loro Capi non portano più la coppola; i loro figli studiano nelle migliori Università. E poi ci sono i loro avvocati, commercialisti e compari in giacca e cravatta che arrivano con valigie di soldi a comprare i nostri negozi e le nostre aziende strozzate dalla crisi. Sì, succede anche in Umbria, dove le organizzazioni mafiose non vengono a sparare e a uccidere ma a fare affari. È questo l’allarme lanciato giovedì scorso a Perugia al convegno promosso dalla Camera di commercio su economia e legalità. Vi hanno partecipato il presidente della Camera di commercio Giorgio Mencaroni, il prefetto Antonio Reppucci e rappresentanti di Libera – associazione contro le mafie, della Fondazione Umbria contro l’usura e di altri enti e associazioni. Tutti – è stato detto – dobbiamo essere “sentinelle della legalità” nel territorio. Infatti è solo con un’alleanza, una rete di protezione della società civile che si può sconfiggere la criminalità organizzata e la corruzione, le quali ostacolano il progresso economico e scoraggiano imprenditori stranieri e aziende che vorrebbero investire in Italia. E, soprattutto, avvelenano il nostro vivere quotidiano.

Sportello per la legalità

La Camera di commercio di Perugia è stata tra le prime ad aderire al progetto di Unioncamere per realizzare uno Sportello per la legalità. Un ufficio per tutelare e assistere imprenditori e cittadini che sempre più spesso nelle loro attività economiche rischiano brutti incontri. Sono stati raggiunti accordi – ha detto Giorgio Mencaroni – con la prefettura, enti, istituzioni e associazioni per contrastare l’assalto della criminalità organizzata e delle mafie varie, che stanno cercando di penetrare in tutti i settori dell’economia umbra, in particolare turismo e agricoltura. Mencaroni ha poi rivolto un invito a tutti gli imprenditori: “Di fronte a certe situazioni – ha detto – non fate finta di non vedere e non capire, perché alla lunga non sarete voi a guadagnarci”. La criminalità – ha poi spiegato Giuseppe Del Medico, responsabile Unioncamere della Rete sportelli legalità – ha ormai adottato meccanismi avanzati e sofisticati per nascondere il fiume di soldi che manovra, ed è solo con la collaborazione internazionale e l’impegno comune di cittadini, istituzioni e forze di polizia che si può contrastarla in modo efficace.

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