Il teatro Pavone di Perugia, lunedì 19, era pieno di giovani arrivati per ascoltare la testimonianza dei genitori di Chiara Luce Badano. Il responsabile della Pastorale giovanile, don Riccardo Pascolini, ha salutato i presenti a nome del card. Bassetti – impegnato a Roma – i genitori Maria Teresa e Ruggero Badano. Ad aprire la serata sono stati due ragazzi, facenti parte del gruppo musicale Big (acronimo di Brothers in God, “Fratelli in Dio”), con un brano scritto di loro pugno. La beata Chiara Luce: chi è questa ragazza che oggi influenza la vita di molti giovani con la sua testimonianza viva? Praticava pattinaggio artistico a Sassello, fino a quando, a 17 anni, non le venne diagnosticato un male tremendo, un osteosarcoma… A parlare sul palco del teatro Pavone erano in quattro: oltre ai genitori, Chicca, la migliore amica di Chiara, e Franz, il fratello di Chicca.
Ognuno di loro ha ricordato con emozione, ma senza lasciarsi sfuggire lacrime, i momenti più indicativi della vita di Chiara Luce, sia prima che dopo la malattia. Si respirava commozione, vicinanza tra i giovani e quei genitori che erano lì a trasmettere una parte significativa, indelebile e intima della loro vita, un dono che è stato apprezzato da tutti i presenti e ricordato dalla madre come un desiderio di Chiara. Parlando degli ultimi attimi di vita della figlia, infatti, ha ricordato come Chiara volesse salutare tutti quelli che erano venuti a incontrarla per l’ultima volta, e come salutò in maniera più profonda i giovani: “I giovani sono il futuro. Io non posso più correre, vorrei passare loro la fiaccola come alle Olimpiadi”. Importante per tutti i presenti la presa di coscienza di quella ragazza che con la sua migliore amica si raccontava i progetti di una vita futura quali avere una famiglia, viaggiare il mondo come hostess o fare la pediatra in Africa, e che dopo soli venticinque minuti dalla presa di coscienza della malattia, ha detto il suo “sì” a Dio, alla sua sofferenza, al suo futuro ormai scritto che l’attendeva. Futuro che ha sempre affrontato con gioia, con il sorriso che la caratterizzava e che tuttora la caratterizza nelle foto e nel ricordo di chi l’ha conosciuta.
La testimonianza di questa ragazza ha fatto nascere nei presenti domande, quali: come è possibile che io, che ho tutto, non riesca a dire il mio sì continuo a Dio? Come ha fatto Chiara Luce ad avere questa forza immensa, questa gioia contagiosa, questa capacità di andare serenamente incontro alla malattia e dare la capacità di affrontare la situazione a chi la circondava, senza abbandonarsi allo sconforto? Qualcuno ritiene che centrale sia stato il rapporto con la madre, la quale, all’inizio della malattia, con le sue frasi di conforto ha potuto contribuire al miracolo della gioia di questa ragazza beata, che ha deciso di fare del suo funerale una festa, come un matrimonio, con il vestito bianco per il suo incontro con lo sposo Gesù, il quale “ti ha tolto le gambe per metterti le ali”. Questa una delle cose dette dalla madre a Chiara. In uno dei momenti decisivi nella cura all’osteosarcoma, alla richiesta della figlia di non lasciarle andare la mano, la madre rispose: “Non te la lascerò finché non sentirò che te l’ha presa la Madonna”.
Breve biografia
Iconiugi Badano, genitori della beata Chiara Luce, si trovavano in Umbria per ricevere il premio Santa Rita. Chiara Badano era nata il 29 ottobre 1971 a Sassello, in Liguria. A 9 anni scopre il movimento dei Focolari. Nell’estate 1988, durante una partita a tennis, un lancinante dolore alla spalla è il primo segno della malattia. Dopo la diagnosi scrive un biglietto: “Mamma Celeste, tu lo sai quanto io desideri guarire, ma se non rientra nella volontà di Dio, ti chiedo la forza a non mollare mai”. È in questo periodo che Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari, le dà il “nome nuovo” di Luce, “perché nei tuoi occhi vedo la luce dello Spirito santo”. La ragazza morirà alle 4.10 del mattino del 7 ottobre 1990, dopo aver detto alla madre: “Ciao, sii felice, io lo sono”.