In restauro affreschi di scuola umbra di cinque secoli

A Terni nella romanica chiesa di Sant'Alò

E’ l’edificio sacro ternano più ricco di affreschi. Dipinti che abbracciano un arco di tempo che va dal XII al XVI secolo. Parliamo della chiesa di Sant’Alò, edificio di origine romanica di particolare pregio architettonico a tre navate caratterizzato da colonne alternate a pilastri. Dopo secolari vicende che ne avevano messo in forse l’esistenza, è tornato a svolgere la sua funzione, dopo attenti lavori di restauro, nel 1960. Se, però, quei restauri avevano interessato la struttura muraria, non avevano riguardato il pregevolissimo ciclo di affreschi che, praticamente, orna zona absidale, pareti, pilastri e colonne a volte anche in strati sovrapposti, cosa, peraltro, non inconsueta. Ora, però, anche questi affreschi sono oggetto di un attento intervento di restauro. Si sono sostanzialmente conclusi quelli della zona absidale e si stanno per intraprendere quelli che interessano le rimanenti zone della chiesa. Lavori importanti, resi possibili dal finanziamento della Fondazione della Cassa di risparmio di Terni e Narni, eseguiti dalla ditta di Daniela Montaldo, condotti sotto il diretto controllo della Soprintendenza ai beni culturali dell’Umbria. Lavori, soprattutto, indispensabili in quanto il precario stato ne minacciava la distruzione. Nella zona absidale sono stati recuperati un frammento di un santo datato 1426, varie altre figurazioni di santi tutte riferibili al XV secolo, il volto di una santa martire datato 1484, un ciclo con figure di vari santi accompagnati da una scritta che indica come committenti “Potentia et Bactista de Carara” seguita dalla data 1493. Recuperati anche l’immagine della Vergine annunciata con l’angelo annunciante. Il ricordo che la chiesa per tanti anni è stata assegnata alle clarisse è documentato anche dall’affresco del catino absidale raffigurante il Padre Eterno che accoglie Chiara tra le schiere dei santi dei quali sono identificatili san Sebastiano, san Giovanni Battista, san Francesco, santa Lucia. Ora gli interventi si spostano sulle pareti. Particolarmente ricca di dipinti è quella di destra dove in alto spiccano frammenti di una probabile crocifissione (o deposizione?) databile al XII secolo: si tratta di uno dei più antichi dipinti esistenti in chiese ternane. Tra le immagini che si trovano su questa parete, ricordiamo due figure di Madonna in trono col Bambino, numerose immagini di santi, tutte opere databili tra la fine del Trecento e per tutto il Quattrocento. Sulla parete di fondo da notare anche la figura di san Francesco datata 1484. Affreschi di notevole importanza, testimonianza di una preziosa pagina quattrocentesca di pittura umbra, si trovano anche sulle colonne e sui pilastri della chiesa a dimostrazione di come l’edificio sacro abbia, nel corso dei secoli, ricevuto continue testimonianza d’arte e di fede. Testimonianze che correvano il rischio di essere cancellate dai danni causati dal tempo. L’intervento della Fondazione Carit, per l’importanza dei dipinti, per il cospicuo onere economico necessario per i restauri, restituisce alla città ed all’arte pagine che sarebbe stato delittuoso perdere.

AUTORE: Mino Valeri