IN REGIONE C’ERA IL DISSENSO, MA NON C’È PIÈ

C’era una volta il dissenso demo-comu-verde. Ora non c’è più.Traduzione: a palazzo Cesaroni il centro sinistra fibrillava perché i consiglieri di tre suoi gruppi, Verdi, Comunisti italiani e Democratici, si sentivano emarginati e vilipesi. Arrabbiatissimo il cossuttiano Donati (anche per aver perso l’ex compagno di partito Bonaduce a favore degli “odiati cugini” del Prc), ma sull’Aventino, quasi a fargli compagnia, erano finiti anche il verde Ripa di Meana ed il consigliere dell’Asinello, Finamonti. Tutt’e tre, nelle reiterate e più o meno velate polemiche con il resto della coalizione di maggioranza, avevano evidenziato un disagio comune: quello di aver costituito in Consiglio dei cosiddetti “gruppi monocratici”, composti cioè, da un solo esponente (la politica è così, si fa “gruppo” anche da soli). Nel frattempo si sono susseguite polemiche asperrime: tra Donati e presidenti di Giunta e Consiglio sul rimpasto delle commissioni, tra Ripa di Meana e capogruppo Ds sullo Statuto. Il tutto sembrava aver portato la coalizione di centro sinistra vincente in aprile ad un ridisegno nella composizione: poi, improvvisamente, lunedì scorso a palazzo Cesaroni la svolta. L’assemblea, almeno in apparenza alla chetichella, approva una legge sulla nuova struttura dei gruppi, anche democratici, che si occupa, “soprattutto” della loro dotazione finanziaria. Tutto risolto, finiti i dissensi.

AUTORE: Gad