di don Saulo Scarabattoli
Dei Verbum, 10 : “La sacra Tradizione e la sacra Scrittura costituiscono un solo sacro deposito della parola di Dio affidato alla Chiesa, e nell’adesione ad esso tutto il popolo santo, unito ai suoi Pastori persevera assiduamente nell’insegnamento degli Apostoli e nella comunione fraterna, nella frazione del pane e nelle orazioni, in modo che, nel ritenere, praticare e professare la fede trasmessa, concordino i Presuli e i fedeli.
L’ufficio poi d’interpretare autenticamente la Parola di Dio scritta o trasmessa è affidato al solo Magistero vivo della Chiesa, la cui autorità è esercitata in nome di Gesù Cristo. Il quale Magistero però non è superiore alla parola di Dio ma ad essa serve…
È chiaro dunque che la sacra Tradizione, la sacra Scrittura e il Magistero della Chiesa, per sapientissima disposizione di Dio, sono tra loro talmente connessi e congiunti da non potere indipendentemente sussistere, e tutti insieme secondo il proprio modo, sotto l’azione di un solo Spirito Santo, contribuiscono efficacemente alla salvezza delle anime”.
Invece del mio piccolo commento, oggi ne propongo tre grandi.
Cettina Militello
Cettina Militello, una teologa, donna! “La nostalgia della comunità cristiana delle origini ci accompagna da sempre. C’è mai stato un tempo di assoluta fraternità, di sinergia profonda, di piena comunione tra i membri della comunità? Forse, pienamente, mai… eppure la nostalgia di una comunità veramente autenticamente tale ha attraversato la Chiesa di ogni tempo, ed è giunta sino a noi. La posta in gioco è quella dell’adesione alla parola di Dio, la cui intelligenza è a tutti noi affidata: non monopolio di alcuni, ma bene comune di tutti”.
Card. Carlo Maria Martini
Card. Carlo Maria Martini: “Questa perla conciliare riecheggia lo stile biblico di alcuni discorsi dei padri conciliari, tra i quali acquistò un valore esemplare quello del cardinale Lercaro sulla povertà. La figura del vescovo è qui presentata come quella di un servitore della Parola. Durante la consacrazione, gli viene messo sul capo il libro dei Vangeli. È un simbolo liturgico molto bello ed evocativo. Egli è sottoposto a esso in ogni senso; la sua parola deve far risuonare il Vangelo e ogni suo gesto deve essere una realizzazione del Vangelo”.
Hans Küng
Hans Küng: “Se questo Concilio non ci fosse stato, teologia e spiritualità della Bibbia continuerebbero nella Chiesa cattolica ad essere trascurate nella predicazione, nella teologia di scuola e nella pietà privata. Il Vaticano II ha riconosciuto l’importanza preminente della Bibbia. Il magistero non sta al di sopra della parola di Dio bensì deve porsi al suo servizio…
Se questo Concilio non ci fosse stato, la Chiesa continuerebbe a essere compresa come un impero romano soprannaturale, con al vertice il Papa, come sovrano assoluto, sotto di lui l’aristocrazia dei vescovi e dei preti, e infine, in funzione passiva, il popolo suddito dei fedeli… Il Concilio Vaticano II critica quest’immagine di Chiesa e comprende la Chiesa di nuovo non come piramide gerarchica, bensì come comunità di fede. I detentori degli uffici stanno non sopra, ma dentro il popolo di Dio; non come suoi padroni ma come i suoi servitori. Il sacerdozio universale dei fedeli va tenuto in grande considerazione. I vescovi devono riscoprire, senza pregiudizio del primato papale, una comune, collegiale responsabilità per la guida dell’intera Chiesa – per questo l’istituzione di un Sinodo dei vescovi…” (detto nel 2005).