di Flavio Lotti
Domenica 21 maggio torneremo a camminare per la pace da Perugia ad Assisi, all’insegna del motto “Trasformiamo il futuro”. Se hai la possibilità, regala un’opportunità ai tuoi giovani e invitali a partecipare. Sarà un altro modo per insegnargli ad amare e a lavorare per la pace. Come facciamo a sperare nella pace se i nostri giovani non s’impegnano a costruirla? La pace, che purtroppo stiamo perdendo un po’ dappertutto, non ri-nascerà dal nulla. Siamo certi dell’aiuto di Dio, ma come potremo fare senza la volontà e l’impegno fattivo degli uomini e delle donne?
Pace come acqua
La pace è come l’acqua. C’è stato un tempo, molti secoli fa, in cui le persone conoscevano bene il valore dell’acqua, sorgente di vita, fonte di abbondanza e fertilità. Per questo si mettevano in cammino alla ricerca dell’acqua e, una volta trovata, s’ingegnavano per portarla nei campi e nelle città. Chilometri e chilometri di acquedotti. A un certo punto, per celebrare il valore dell’acqua, si sono costruite bellissime fontane monumentali che ancora adornano il cuore delle nostre città. Col passare del tempo, l’acqua è entrata nelle nostre case, ci siamo abituati a vederla uscire dal rubinetto e ci siamo dimenticati del suo valore. Così oggi ci ritroviamo a fare i conti con una paurosa siccità che incombe e una rete idrica che perde acqua da tutte le parti. Lo stesso è accaduto alla pace.
Il valore e la costruzione della pace
C’è stato un tempo in cui gli uomini conoscevano bene il valore della pace. Erano sopravvissuti a due guerre mondiali, al nazismo e al fascismo, avevano contato ben 70 milioni di morti, e decisero di fare tutto il necessario per fermare questa orribile sequenza di omicidi. Per questo si dedicarono, con pazienza e determinazione, alla costruzione delle “infrastrutture” e delle condizioni della pace. In quegli anni, nonostante la guerra fredda, la corsa al riarmo, la proliferazione nucleare e mille altre contraddizioni, si costruirono il sistema delle Nazioni Unite, l’Unione europea, il Diritto internazionale dei diritti umani. Poi è arrivato il progresso e i soldi hanno preso il posto della pace. Così abbiamo smesso di credere nel bene comune e di investire sullo sviluppo umano, sul rispetto e sul dialogo. Non è un caso se, dopo aver ignorato e spesso alimentato tante guerre nel mondo, oggi ci ritroviamo, paralizzati da un grande senso di impotenza, a dover fare i conti con il ritorno dell’incubo più grande.
Una nuova Marcia per la pace PerugiAssisi
Molti non hanno ancora capito che, se perdiamo ciò che ci resta della pace, perderemo anche tutto il resto: libertà, diritti, benessere. Per questo abbiamo deciso di chiamare a raccolta, ancora una volta, gli amanti della pace e organizzare una nuova Marcia PerugiAssisi. Per raccogliere l’appello di Papa Francesco e lanciare un nuovo grido di allarme, per accrescere la consapevolezza dei pericoli, ma anche delle tante cose che possiamo fare per impedire il peggio. Il mondo, le nostre comunità, il nostro Paese, l’Europa hanno bisogno di nuovi giovani architetti e artigiani costruttori di pace.
La Marcia per la pace dedicata ai giovani
A loro, alla loro formazione e al loro protagonismo, abbiamo deciso di dedicare la Marcia del 21 maggio. Per molti ragazzi e ragazze sarà il punto di arrivo di un anno scolastico segnato da esperienze di educazione alla cura o da articolati programmi di “esercizi di pace”. Per altri sarà un momento unico di crescita personale. Per noi tutti che li accompagniamo sarà l’occasione per fare un nuovo pieno di quell’energia che ci serve per non perdersi d’animo e andare avanti nella costruzione del mondo che sogniamo.