L’importanza del saper ascoltare, osservare e discernere per l’accompagnamento e cura delle persone che si rivolgono ai Centri di Ascolto parrocchiali (CdAp), è stato il filo conduttore del corso In Ascolto, un progetto realizzato dalla Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve rivolto ai volontari dei quaranta CdAp attivi sul territorio, approvato dalla Caritas Italiana e finanziato dall’8xMille della Chiesa Cattolica e dalla Fondazione di Carità San Lorenzo (ente operativo della Caritas diocesana). Il progetto ha impegnato nel 2022, tra incontri e laboratori, ottanta persone giovani e adulte in attività di formazione, concludendosi nel capoluogo umbro lo scorso fine settimana.
Accompagnamento e cura
Ha partecipato il direttore della Caritas Italiana don Marco Pagniello, che ha tenuto il suo intervento di saluto dopo aver ascoltato direttore della Caritas diocesana don Marco Briziarelli, le curatrici del progetto In Ascolto, Silvia Bagnarelli e Simona Bianconi, e alcune
testimonianze di volontarie partecipanti al corso e di operatrici di realtà impegnate nel sociale come l’associazione Mai soli. Con questa realtà e con altre la Caritas ha avviato una proficua collaborazione per una maggiore conoscenza e scambio di esperienze in
quell’accompagnamento e cura della persona in difficoltà, che è il centro del progetto In
Ascolto in cui nell’accompagnare e nel curare si innesta la ricerca di quel talento che fa dire alla persona che si ascolta: ce la puoi fare.
“L’ascolto è dare speranza al prossimo e per farlo occorre formarsi nella consapevolezza che prendersi cura del povero dà la possibilità di essere persone migliori, perché il povero è l’incontro con Cristo venuto al mondo a salvarci”.
È il commentato di don Marco Briziarelli a margine della testimonianza di Elisabetta Chiabolotti, dell’associazione Mai soli, una donna perugina di mezz’età che da ragazza, a seguito di un incidente, è rimasta in coma per un lungo periodo, che ha incoraggiato tutti a non mollare davanti alle gravi difficoltà.
La sua esperienza, un inno alla vita nel dare speranza concreta a quanti escono dallo stato vegetativo e ai loro familiari, ha toccato non poco i partecipanti. Il direttore della Caritas Italiana ha invitato Elisabetta a raccontare la sua storia al prossimo Convegno nazionale delle Caritas diocesane in calendario, a Salerno, nell’aprile 2023.
L’opera creativa dell’ascolto
Don Marco Pagniello, nel suo intervenendo, richiamando anche quanto detto da don Briziarelli e dalle operatrici Bagnarelli e Bianconi, ha sottolineato che, il rispetto di chi abbiamo di fronte è il principio fondante di chi fa ascolto, perché la persona che
abbiamo davanti è fratello e sorella, è immagine di Dio.
“È sempre con molto tatto -ha spiegato- che dobbiamo accostarci a questa grande opera creativa del mettersi in ascolto della vita dell’altro, che viene dallo Spirito ma che deve portarci a viverla in punta di piedi”.
No all’assistenzialismo
“Credo che la frase di Elisabetta, provaci da sola -ha commentato don Pagniello- possa racchiudere il senso vero e profondo di questo servizio non solo di ascolto, ma anche di tutto quello che è il nostro stare al fianco dei poveri, perché noi non siamo per
l’assistenzialismo. Non siamo contenti quando aumentano i numeri delle persone che arrivano ai CdA, perché questo vuol dire che c’è un insuccesso della nostra comunità, della nostra società”.
Si alla promozione umana
“Non siamo per assistere per sempre le persone che si rivolgono a noi -ha proseguito don Pagniello- ma siamo per la promozione umana, per liberare le persone dalla miseria. Tutte le volte che riusciamo a dire a una persona: provaci da sola, che io ti accompagno, provaci tu ad essere protagonista della tua vita, quello per noi è il successo. Questo è il servizio che noi siamo chiamati a fare, soprattutto ad essere nella Chiesa e nella Caritas”.
Guardare oltre il bisogno immediato
Nel rivolgersi ai volontari, il direttore di Caritas Italiana ha detto con forza
“Quando voi incontrate una persona, non guardate solo ai suoi bisogni immediati, ma, come ci esorta a fare Papa Francesco, di avere il coraggio di guardare oltre ai suoi bisogni del momento perché va accompagnata per darle speranza. L’operatore del CdA deve avere sempre nel cuore questa speranza e se dentro di voi, un giorno, vi rendete conto di non averla, è meglio restare a casa, perché rischiamo di diventare dei funzionari e le persone che ascoltiamo se ne rendono conto. Il servizio al CdA non deve esaurirsi semplicemente nell’aiuto che voi date alla persona che ricevete”.
Far conoscere il patrimonio d’ascolto
“Il famoso patrimonio di ascolto di cui don Marco ci ha parlato all’inizio -ha precisato don Pagniello- non è qualcosa che dobbiamo custodire gelosamente per noi. Innanzitutto va restituito alla Chiesa, perché nelle vostre parrocchie quanto di questa attività di ascolto è conosciuta? Il parroco che vi ha scelto e delegato per questo servizio vi deve dare periodicamente la possibilità di raccontare la vostra esperienza, altrimenti rischiamo di
non far conoscere le nostre comunità. Per questo il patrimonio d’ascolto va assolutamente
condiviso il più possibile e non lasciato al solo ambiente Caritas”.
Fare politica, non partito
Don Pagniello ha ricordato anche l’importanza del progetto Ospoweb di raccolta dati nei CdA delle Caritas, che permette di avere una fotografia della realtà delle situazioni di povertà vissute nel Paese per dare voce ai poveri. La Caritas di Perugia ha aderito a
questo progetto raggiungendo una copertura quasi completa dei CdAp attivi in Ospoweb.
I dati raccolti ed elaborati da esperti sono importanti al punto che, ha ricordato sempre il direttore di Caritas Italiana, sono stati citati dal presidente Mario Draghi nel suo discorso di insediamento, in piena pandemia, perché fotografavano la difficile situazione del momento. Don Pagniello ha parlato anche della necessità, insieme all’opera di raccolta, di una rete tra realtà impegnate nel sociale a livello territoriale ad iniziare da Istituzioni, organizzazioni e associazioni per contribuire alla costruzione del Welfare attento alle povertà.
“La raccolta dati -ha concluso- aiuta l’Amministrazione comunale di Perugia, la Sanità regionale, a dare le giuste priorità.
E la responsabilità che abbiamo nel raccogliere ed elaborare numeri, che hanno tutti dei volti, è fare politica, non partito, che non tocca a noi. Fare politica è aiutare le persone che abbiamo delegato a governarci e a prendere le giuste scelte”.
Al termine dell’incontro i direttori Pagniello e Briziarelli hanno distribuito agli ottanta partecipanti due brevi interessanti pubblicazioni realizzate grazie al compimento del progetto In Ascolto denominate: Appunti condivisi e Mappa dei servizi della Caritas diocesana nel nostro territorio. Inoltre è stata presentata la mostra fotografica della campagna sui lasciti testamentari L’Amore Oltre a cura di Alfonso Dragone, responsabile dell’Area progetti della Caritas diocesana.