In occasione della ‘Festa degli Incontri con e tra cittadini immigrati’, che ha avuto luogo giovedì 27 ottobre presso il Teatro dell’Oasi, parrocchia di Sant’Antonio, si è svolta una Tavola rotonda sulle prospettive pastorali delle migrazioni. All’incontro sono intervenuti alcuni dei responsabili della Caritas e della fondazione Migrantes delle otto diocesi umbre. Coordinatrice: Stella Cerasa, responsabile del centro d’ascolto della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve. Alla luce delle considerazioni emerse nel corso del dibattito, si è orientati verso la nascita di una consulta che dovrebbe costituirsi entro Natale. È questo il progetto pastorale sull’immigrazione. ‘Una voce continua a livello di istituzioni, con rappresentanti in ogni diocesi, italiani e stranieri’. Così dovrebbe essere secondo don Luigi Filippucci, responsabile regionale della Migrantes, il quale sottolinea l’importanza di ‘parlare per creare opinione’. ‘Gli immigrati – continua – non sono situazioni o eventi straordinari ma persone che vengono ad offrirci la loro cultura’. Prosegue don Lucio Gatti, ponendo un interrogativo all’assemblea riunita in cerchio attorno alla tavola: ‘Quanto le nostre comunità sono effettivamente coscienti della ricchezza dell’immigrazione sul piano della cultura, della fede, della vita?’. In realtà ciò che lui nota è la mancanza di apertura rispetto all’interscambio a causa della paura. Il limite è dunque, ancora una volta, la paura che impedisce la conoscenza reciproca. La risposta di don Lucio è ‘un’accoglienza diversa, che non sia una forma assistenziale’ una Caritas che divenga compagna di viaggio: ti nutro perché insieme camminiamo nella fede. Ti accolgo perché tu sei una ricchezza!’. Mustafà El Khatat, di origine marocchina, in Italia da quindici anni, ha portato anche lui la sua testimonianza: ‘In questo Paese il problema principale è che si sottovaluta la forza culturale dell’immigrazione. Manca il rispetto e ciò rende impossibile il dialogo e la conoscenza’. Invece: ‘il nostro obbligo è quello di imparare e di avvicinarci ad un’altra cultura. Si impara piano piano. Lo fanno i nostri figli’ sostiene Rafael Romero, peruviano. L’attenzione quindi sembra focalizzarsi sulla persona umana. ‘Mai perdere di vista la persona’ ammonisce don Filippucci di nuovo. E don Lucio torna a parlare di responsabilità nei confronti degli immigrati. ‘Le leggi e la burocratizzazione sono la prova tangibile che non sappiamo noi essere garanti, che manca la nostra responsabilità’. Ed avanza tra l’altro un audace proposito pastorale, quello di abbassare gli affitti agli immigrati per consentire loro di vivere dignitosamente. Don Giancarlo Lepri aggiunge che i luoghi devono essere comuni per gli italiani e gli stranieri insieme. Senza ghettizzare alcuno. Volendo infine richiamare i due aspetti pastorali fondamentali che sono stati ragione di questo confronto, vale a dire la cultura e l’integrazione, e volendo poi richiamare le proposte pastorali avanzate, si può ricapitolare il tutto dandogli un nome: consulta. ‘Per dar voce a chi non ha voce – sentenzia don Lucio – per essere, come Chiesa, garanti della vita e della cultura di queste persone!’. In attesa della consulta ciò che si intende fare è diffondere l’informazione in merito all’immigrazione perché arrivi a coloro che non hanno partecipato alla giornata ma soprattutto in seno alle istituzioni politiche. Si tratterà quindi di distribuire il ‘Dossier statistico 2005’ sull’immigrazione, documento a dir poco sorprendente.
Immigrati: una consulta per dare voce a chi non ce l’ha
Tavola rotonda di Caritas e Migrantes nella 'Festa degli incontri'
AUTORE:
Chiara Bonomi