Fra gli immigrati, Spoleto ebbe anche un santo: Isacco, che giunse dalla Siria al tempo in cui i Goti dominavano in Italia e riparò in un luogo solitario, un piccolo eremo sul Monteluco. Oggi gli immigrati continuano ad arrivare nel territorio spoletino-nursino, così come cresce l’immigrazione in tutta l’Umbria. Il dossier statistico sull’immigrazione 2002 della Caritas italiana che è stato pubblicato appena mercoledì 23 ottobre scorso parla di quasi 27 mila immigrati presenti nella regione. Uno sguardo ai vicini: aumenta ugualmente l’immigrazione nelle Marche, regione che confina con il territorio spoletino-nursino: segno evidente che gli immigrati sono alla ricerca di un’integrazione più tranquilla possibile, dove i problemi principali che si possono presentare loro (casa, lavoro e studio per i figli) vengono affrontati in maniera morbida, senza eccessivi contrasti con l’ambiente circostante e i suoi abitanti. A Spoleto-città gli stranieri attualmente residenti, quindi regolari, sono circa 700, appartenenti in gran parte alle comunità dell’Est Europa e del Nord Africa: albanesi, macedoni, rumeni, marocchini e tunisini. Gran parte di essi sono impiegati come forza lavoro nell’edilizia, nell’agricoltura e nell’industria (soprattutto la manodopera maschile); le donne lavorano in particolare come collaboratrici domestiche, baby sitter, nel settore alberghiero e nell’assistenza degli anziani soli e malati. Anche per gli immigrati del territorio di Spoleto e dell’Altavalnerina, il 2001 è stato un anno caratterizzato dai molti ricongiungimenti familiari: un segno, anche questo facilmente intellegibile, che questa porzione dell’Umbria e le sue amministrazioni comunali sono chiamate urgentemente a dover gestire la presenza delle nuove generazioni degli immigrati a livello di servizi, nelle scuole dell’obbligo e nelle superiori, nel settore socio-sanitario. Proprio le strutture sanitarie restano uno dei luoghi privilegiati per “avvicinare” gli immigrati; anche i servizi sanitari del territorio di Spoleto e Norcia offrono il Questionario anamnestico multilinguistico di emergenza (il titolo è dovuto al fatto che potrà risultare molto utile in occasione delle emergenze sanitarie quotidiane) il nuovo strumento informativo in distribuzione in tutti i presidi sanitari dell’Umbria, allo scopo di facilitare l’accesso ai servizi sanitari da parte degli immigrati e di rendere meno complicato il rapporto tra operatori sanitari e pazienti extracomunitari. Il questionario multilingue, infatti, consente ai medici e agli infermieri di avere ragguagli sulle condizioni di salute dei malati stranieri anche in assenza di un interprete. Il test è composto di 21 domande numerate in varie lingue, formulate in maniera semplice e diretta: all’operatore sanitario o al medico sarà sufficiente indicare nel questionario corrispondente alla lingua del paziente il numero della domanda ed avere così dati di base utili all’esame clinico la raccolta di notizie relative alle malattie sofferte, alle abitudini di vita, al suo precedente stato di salute ecc.
Immigrati: a Spoleto integrazione tranquilla
Sono circa 700 provenienti dall'Est Europa e Nord Africa
AUTORE:
Nerica Eminovi