Lo scandalo vero non è che i signori della Regione Lazio abbiano speso tutti quei soldi pubblici in quel modo; o meglio, è uno scandalo anche “come” li spendevano, ma è, per così dire, lo scandalo derivato. Lo scandalo principale è che ne avessero tanti da spendere, senza regole e senza controlli. Ma se è così, lo scandalo non riguarda un partito solo; non riguarda una Regione sola; e non riguarda solo le Regioni. La parola magica è “autonomia finanziaria”. Ogni volta che la legge riconosce l’autonomia finanziaria a un qualunque organismo finanziato con fondi pubblici, la prima preoccupazione degli amministratori è quella di assicurare a se stessi ricchi emolumenti, rimborsi, fondi da spendere senza controllo. Chi più, chi meno, naturalmente: ci sono ancora persone che hanno il senso del limite (non alla Regione Lazio, a quanto pare; e anche altrove). Ma l’andazzo è quello, in alto e in basso, a Nord e a Sud, a sinistra e a destra, al centro e in periferia. Sono state devastanti le riforme degli anni Novanta e dintorni (fino al 2001, anno della modifica del titolo V della Costituzione, quello che riguarda le autonomie regionali e locali). I concetti di fondo erano due: l’autonomia è bella, perciò più autonomia si dà (a Regioni, Province, Comuni, enti, istituti) meglio è. I controlli “burocratici” sono un inutile bastone tra le ruote di un virtuoso sviluppo, e vanno aboliti. Oggi vediamo il risultato. Una volta di più, abbiamo la prova che la risorsa più importante di un Paese è l’onestà dei suoi abitanti. Un’osservazione a margine: quando si critica la classe politica nazionale, è usuale dire che alla radice di tutti i mali c’è una legge elettorale che impedisce all’elettore di scegliere tra i candidati, e quindi si ha un Parlamento di “nominati”, non di “eletti”. Però i consiglieri della Regione Lazio sono stati eletti con un sistema diverso, quello del voto di preferenza individuale… eppure bastava guardarli in faccia. Dunque, non è vero che l’elettore, quando può scegliere, sceglie i più onesti. Per salvare l’Italia, bisogna cambiare la testa agli italiani.
Il vero scandalo di Polverini & Co.
AUTORE:
Pier Giorgio Lignani