Il Vangelo secondo gli sposi

FAMIGLIA. Le recenti giornate di riflessione della Consulta nazionale
I partecipanti ad un corso di formazione per fidanzati in vista del matrimonio cristiano
I partecipanti ad un corso di formazione per fidanzati in vista del matrimonio cristiano

“Il Vangelo del matrimonio e della famiglia. Buona notizia per il mondo” era il tema affrontato alla due-giorni della Consulta nazionale di pastorale familiare (Roma, 12-13 gennaio). “Mai come oggi la pressione culturale sulla famiglia è stata così alta – dice don Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio Cei di pastorale familiare – e mai come oggi la Chiesa è chiamata a riflettere approfonditamente su compiti e responsabilità dei vari soggetti che a livello diocesano e parrocchiale sono impegnati nel servizio di formazione e accompagnamento dei fidanzati, dei giovani sposi, dei genitori perché il Vangelo divenga, dentro la famiglia e tramite la famiglia, davvero buona notizia per il mondo”. Si è riflettuto, anzitutto, sui compiti dei responsabili a livello regionale, in genere una coppia di sposi e un presbitero specificamente incaricati di un lavoro di coordinamento e formazione degli operatori all’interno degli uffici diocesani, oltre che della valorizzazione delle tante figure di esperti nei vari ambiti attinenti alla vita familiare, così come dei responsabili delle associazioni familiari e dei consultori che collaborano con la pastorale familiare tradizionalmente intesa. Fulcro delle discussioni è stato il documento Orientamenti pastorali sulla preparazione al matrimonio e alla famiglia, diffuso dalla Cei nell’autunno scorso e che viene ora progressivamente adottato nelle diocesi e tradotto in scelte pastorali. “Il giudizio diffuso su questo documento – spiega don Gentili – è che utilizza un linguaggio fresco, accessibile, molto vicino e molto incarnato nella realtà dei giovani, vicino ad un processo di crescita affettiva di lungo periodo, e non ristretto alla preparazione immediata alla celebrazione del sacramento del matrimonio. È quindi considerato un buon strumento per riflettere e far riflettere”. Dagli interventi nel dibattito una sostanziale convergenza sui fenomeni riguardanti la famiglia: aumento delle convivenze, scarsa progettualità delle giovani coppie alle prese con seri problemi di stabilità lavorativa e di risorse economiche, coppie che ‘crollano’ anche dopo pochi anni dalle nozze, aumento delle separazioni e conseguente bisogno di assistenza per i soggetti più deboli (specie i figli). “La comunità cristiana è sempre più chiamata in causa di fronte a queste crisi familiari, a queste famiglie spezzate – dice don Gentili – perché, come il Papa ha ripetutamente ricordato in questi ultimi tempi, la buona notizia del Vangelo non può essere estranea a questi fenomeni, al dolore e ai bisogni che suscitano”.

Dalla Consulta è così venuta una prima linea operativa: sostenere la “buona accoglienza” registrata nei confronti degli Orientamenti, con un percorso di “tre anni esplorativi” in cui, nelle diverse realtà diocesane, effettuare una sua progressiva attuazione. “Si tratta di dare corpo a uno dei contenuti centrali del testo, che è quello di mettere al centro il vero ‘soggetto’ chiamato ad accompagnare i fidanzati e i giovani sposi: vale a dire la comunità cristiana presa nel suo insieme, e non soltanto alcune singole persone, il prete e i coniugi che tengono i corsi prematrimoniali. Questa è l’intuizione di fondo – spiega don Gentili – basata su un cammino graduale e continuo, un vero e proprio accompagnamento dove l’intera comunità è chiamata in causa e affina la propria vicinanza ai giovani fidanzati, così come alle coppie di sposi nei primi e spesso difficili anni del matrimonio. Penso ad esempio ad attivare o potenziare eventi quali le feste per i fidanzati, magari attorno alla figura di san Valentino, come pure le feste della famiglia o particolari momenti specificamente dedicati a questi temi”. Secondo il direttore dell’Ufficio nazionale si tratta di “passare dai ‘corsi’ ai ‘percorsi’; dal ‘sentimento’ al ‘sacramento’, quindi non solo nozioni, ma vita di fede da riscoprire nella profondità dell’esperienza spirituale”. Don Gentili afferma poi che “bisogna puntare alla sintonia tra le coppie di formatori, i preti e i fidanzati o giovani sposi, creando quindi relazioni calde e di lungo periodo. Occorre anche promuovere la creazione di ‘reti’ – precisa il direttore – cioè quel tessuto connettivo fatto di amicizia tra famiglie e servizi di scambio e sostegno reciproco, che possono significare molto per la tenuta delle famiglie stesse”. Tra gli argomenti che la Consulta nazionale ha affrontato, anche quello dei matrimoni misti, in aumento nel nostro Paese a seguito della crescita del fenomeno migratorio. Don Gentili afferma, a questo riguardo, che “costituirà una vera sfida per il futuro come accompagnare questa ‘civiltà multiculturale’ che cerca il matrimonio cattolico, a volte senza possederne i requisiti di base, anche sacramentali”. Si è anche parlato dell’appuntamento del 26-27 ottobre quando avrà luogo, all’interno dell’Anno della fede, il “Pellegrinaggio europeo delle famiglie” a Roma. Altro evento di cui si è discusso è stato il convegno promosso per i giorni 19-22 giugno, ad Assisi, a cura degli uffici della famiglia e catechistico nazionali sul tema “Porta fidei. Parrocchia e famiglia che iniziano alla fede”.

AUTORE: Luigi Crimella