“La nascita del Signore è la nascita della pace. Dice infatti san Paolo: Egli è la nostra pace, poiché ha fatto di due uno (Ef 2,14). Ebrei e pagani, attraverso di lui abbiamo entrambi in un solo spirito l’accesso al Padre (Ef 2,18)… Concordi nella volontà e nei pensieri, uniti dalla fede, dalla speranza e dalla carità, lasciamoci spingere e guidare dallo Spirito di pace, perché tutti coloro che sono condotti dallo Spirito di Dio, sono figli di Dio (Rm 8,14)”. (Leone Magno, Sermoni, 6).Queste parole di Leone Magno ben si adattano per descrivere la visita presso la Sinagoga di Roma e presso il centro Pro Unione che l’Istituto teologico d’Assisi ha organizzato il 9 gennaio scorso. L’iniziativa è maturata nel corso di licenza di Teologia fondamentale che in unione con la licenza in Teologia e Studi francescani affronta la realtà dell’ecumenismo con particolare attenzione allo “Spirito di Assisi”; quest’ultimo infatti caratterizza la speciale vocazione teologica dell’Istituto. All’iniziativa hanno risposto studenti e studentesse, laici, religiosi e clero diocesano impegnati negli studi o sensibili alla questione ecumenica o direttamente implicati nel difficile processo del dialogo ecumenico. Elio Bromuri, docente di Ecumenismo e dialogo presso l’Istituto teologico, che assieme alla studentessa Giovanna Selvaggio, si è fatto carico dell’organizzazione dell’evento, ha presentato durante il viaggio la “questione ecumenica” indicandone la prospettiva storica, lo stato attuale e le prospettive immediatamente percepibili, nonché il posto speciale riservato agli Ebrei nel dialogo interreligioso. Fra i partecipanti vanno segnalati mons. Vittorio Peri, preside dell’Istituto teologico, alcuni rappresentanti del Centro ecumenico San Martino di Perugia e alcuni frati francescani Conventuali, Cappuccini e del Tor. Presso la sinagoga di Roma c’è stata la calorosa accoglienza del rabbino Cesare Moscati che ha introdotto il gruppo alla visita guidata dalla direttrice del museo della Sinagoga. La visione della raccolta dei reperti è stata l’occasione per un approccio all’ebraismo e alla sua storia, con una particolare attenzione alla comunità romana, con il calore e la passione tipica dei nostri fratelli ebrei. Nel vedere ciò che la Comunità ha conservato e tramandato dal XVI sec. si è potuto toccare con mano come l’ortoprassi ebraica si fondi su un profondo desiderio di comunione con il Dio-totalmente-altro, che, come diceva Martin Buber, è sperimentare non solo Dio-che-si-rivela ma anche Dio-che-si-nasconde. Infine il contatto con i luoghi e i modi del culto sinagogale hanno riportato dinanzi agli occhi dei presenti tutto quanto è stato proprio del Gesù uomo: gli usi, i costumi e la preghiera. Alla fine della mattina il gruppo si è potuto radunare nella cappella della sede centrale dell’Azione cattolica in via della Conciliazione per celebrare l’eucaristia pregando specialmente per il dialogo ebraico-cristiano; gli onori di casa sono stati fatti da mons. Vittorio Peri in qualità di assistente nazionale del Centro sportivo italiano (Csi). Nel pomeriggio il gruppo si è spostato a via dell’Anima dove ha sede il centro Pro Unione dei francescani dell’Atonement. Questo centro si occupa di formazione e ricerca in campo ecumenico, in modo particolare si occupa di ecumenismo nell’ambito teologico, pastorale, sociale e spirituale. Il centro gestisce una biblioteca ecumenica che consta di quasi 20.000 volumi e opuscoli in varie lingue tutti catalogati e disponibili per la consultazione in Internet. Qui sono presenti i record bibliografici sui dialoghi teologici interconfessionali, sia a livello nazionale che internazionale; relazioni e studi sulle più rilevanti Assemblee Ecumeniche regionali e mondiali, nonché sul Concilio ecumenico delle chiese; liturgie e spiritualità confessionali. Inoltre viene organizzato un corso estivo di Ecumenismo che prevede anche un riconoscimento accademico presso alcune facoltà teologiche romane. Alcune considerazioni sull’iniziativa sono state condivise tra i partecipanti durante il viaggio di ritorno. Il punto nodale su cui molti hanno convenuto è come il dialogo ecumenico sia uno snodo dello Spirito nel nostro tempo, infatti è segno di quel comandamento evangelico all’amore e all’unità che è proprio di ogni cristiano; la totale contrarietà ad ogni possibile convenienza umana e particolare delle singole Chiese fanno dello sforzo ecumenico assieme al martirio uno dei segni più forti che lo Spirito dona alla Chiesa oggi per l’evangelizzazione e per il dialogo. Assieme a queste tematiche sono state messe in luce i legami tra francescanesimo ed ecumenismo che il centro Pro Unione rivela, gettando così una luce nuova sulla singolare vocazione dell’Istituto Teologico di Assisi che trova nello “Spirito di Assisi” e nel francescanesimo il suo proprium, elemento questo messo in evidenza da mons. Peri che ha parlato di una necessità di istituzionalizzare questo tipo di iniziative rendendole parte viva della vita dell’Istituto teologico. Si è reso evidente anche come il dialogo ecumenico sia attualmente una “selva oscura” che necessita di una guida e di un sussidio per non smarrirsi nei suoi meandri, ma ancora di più come per poter affrontare un dialogo interreligioso sia necessaria una minima unità ecumenica di base. Queste ultime considerazioni hanno aperto la discussione al mistero che rappresenta la presenza di Israele oggi e al suo ruolo speciale nel dialogo interreligioso, come di un dono fatto a noi per poter contemplare la parte umana di Gesù, quello che la teologia chiama Gesù di carne. L’esperienza si è così conclusa aprendosi però a due importanti appuntamenti: la giornata per il dialogo ebraico-cristiano, che a Perugia si svolgerà il 16 gennaio prossimo presso il centro ecumenico San Martino e la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani che prenderà il via il prossimo 18 gennaio.
Il Teologico di Assisi in visita alla sinagoga di Roma
Un'esperienza per conoscere più da vicino l'ebraismo e consolidare lo spirito ecumenico
AUTORE:
Fra Paolo Benanti