Il sogno per la Siria che volta pagina non può che essere quello di padre Paolo Dall’Oglio che oggi gli stessi siriani considerano come uno dei padri morali della resistenza ad Assad e al suo regime. Ci hanno commosso le immagini dei cartelli portati dalla folla dei partecipanti ai funerali di Mazen al-Hamadeh, storico dissidente, trovato cadavere nel “carcere mattatoio” di Sednaya, che ritraevano padre Paolo.
Un riconoscimento popolare verso un uomo del dialogo nello “spirito di Assisi” che è incontro tra le fedi e impegno per la pace. Insieme alla sua famiglia e alla folla dei suoi amici, noi siamo tra quelli che non hanno perso la speranza di ritrovarlo ancora vivo. Come quel libanese che era sparito 45 anni fa e che è emerso vivo dalle prigioni di Assad nonostante il regime avesse dato notizia della sua morte alla famiglia.
Una cosa è certa: l’intera vita di quel gesuita dalla testa dura e dall’anima grande, oggi lavorerebbe instancabilmente per la riconciliazione. Avviare un percorso di incontro e comprensione tra le diverse fazioni in campo è essenziale. Il sogno di Paolo era quello di una Siria plurale che oggi va tessuta con pazienza e tenacia, con una speranza giubilare e un cammino sociale, politico e religioso di tipo sinodale. Non c’è altra strada per risparmiare vite umane e restituire a milioni di siriani la dignità calpestata.