È stato intitolato a Maria Letizia Cassata, docente di lettere scomparsa nel 1992, a sessantadue anni, l’Istituto Tecnico Industriale Sperimentale di Gubbio, una delle realtà scolastiche più importanti del comprensorio, che proprio lei aveva voluto, con determinazione, nel 1974. L’attuale preside, Cecilia Tabarrini, ha annunciato, ed ha chiesto il sostegno degli enti locali, l’istituzione di una fondazione intitolata a M.L. Cassata che abbia lo scopo di sostenere la ricerca nella scuola. Arrivata a Gubbio dalla natia Sicilia nel 1953 M.L.Cassata si era inserita subito con grande autorevolezza nella realtà eugubina. È stata attiva nell’apostolato, nel volontariato e nella politica, dove è arrivata a ricoprire l’incarico di Consigliere comunale per la Dc. Il suo mondo è stato però la scuola dove ha saputo esprimere il meglio delle sue risorse, in particolare nello Sperimentale, ‘una delle esperienze più importanti nel panorama nazionale’, ha detto il senatore Venanzio Nocchi. La cerimonia è stata l’occasione per richiamare a tutti l’attività e l’opera di una personalità che si è spesa fino all’ultimo con generosità per i giovani, alla quale spetta il merito di ‘un contributo fattivo all’avanzamento della scuola pubblica italiana’. Non sarebbe stata tenera né con la riforma Moratti ‘lontana dai suoi concetti pedagogici’, né con quella di Berlinguer ha ricordato Nocchi con il quale ‘la signorina Cassata’ (così la chiamavano tutti) collaborò portando un contributo decisivo alla redazione della legge regionale del 1981 sul diritto allo studio. Bello il ritratto umano che ne ha delineato: ‘Piccolissima e grandissima donna, burbera, ma umanissima, dallo sguardo puro e dal sorriso che testimoniava l’amore per il prossimo’. L’ex Sindaco Ubaldo Corazzi, per anni suo stretto collaboratore, ha ricostruito il periodo nel quale si è inserita la ‘sperimentazione’ eugubina, ‘frutto di un lavoro collettivo con la prof.ssa Cassata a motivare e coordinare un corpo docente composto da circa 150 unità. Una esperienza che ha segnato la crescita umana e culturale del territorio’, anticipando la ‘integrazione tra cultura umanistica e formazione, tra formazione e occupazione’. Tra i fiori all’occhiello, ha ricordato Corazzi, l’indirizzo biologico sanitario che ha formato per quindici anni personale capace, ma che è stato completamente dimenticato nel momento in cui la formazione infermieristica ha assunto connotazioni universitarie, dirottandola verso altri centri. Una esperienza che va restituita al territorio, anche per rendere omaggio, è parso di capire, a Maria Letizia Cassata la cui figura è stata al centro degli interventi degli assessori provinciali Neri e Granocchia, oltre che del Sindaco Goracci. ‘Siamo a ricordare un personaggio sicuramente grande ‘ ha detto Goracci ‘ tanto che abbiamo subito condiviso la proposta di intitolarle l’Itis come espressione concreta di riconoscimento. Ha segnato la stessa storia cittadina’. A proposito del biologico sanitario e di quanto sollevato dall’ex sindaco Corazzi ha parlato di ‘patrimonio da difendere’. Giampiero Bedini (ha collaborato M.R.V.) Alla radice, la FedeMaria Letizia Cassata. Il cancro l’ha stroncata nel 1992, sulla soglia dei 62 anni. Dove sarebbe arrivata se il Signore le avesse concesso di giungere agli 84 anni di Ciampi con la salute di Ciampi? E che cosa c’era dietro l’impegno così forte, costante, resistente a tutte le difficoltà che Maria Letizia Cassata, nella sua vita intensissima, ha espresso nell’ideazione e nella realizzazione di quel suo modello di scuola sperimentale? C’era la fede. Non la fede generica e innocua di chi (bontà sua!) è arrivato alla conclusione che ‘qualcuno ci ha da esse’, da qualche parte. C’era la fede. La fede cristiana, nel Dio uno e trino, in Gesù; nella Chiesa una, santa, cattolica, apostolica e romana. Il fondamento del suo impegno. Il senso della sua vita. A 23 anni si laureò nella natia Palermo, con una tesi sulla Pedagogia di Jacques Maritain. Maritain, dopo un inizio segnato dall’integralismo, era stato il primo autore cristiano a riflettere positivamente sul progresso, che i cristiani di allora facilmente demonizzavano, soprattutto con Charles Maurras, il fondatore e leader di Action FranÈaise, che aveva riempito i primi 20 anni del sec. XX con le sue bibliche maledizioni contro le tre ‘R’, responsabili, secondo lui, di tutti i mali del mondo moderno: Rinascimento, Riforma protestante, Rivoluzione francese. La scelta della giovane Maria Letizia era di quelle pensate. La commissione assegnò alla sua tesi il punteggio di 110 e lode, con diritto di pubblicazione. L’anno dopo, nel 1954, Maria Letizia venne chiamata a Gubbio; insegnò al Classico e alle Magistrali, per passare subito al Commerciale, dove divenne prima vicepreside e quasi subito preside. Lì prese corpo quel suo sogno di una scuola sperimentale che oggi provoca tanti applausi. Ma lo straordinario impegno pedagogico non monopolizzò la sua vita. Maria Letizia fu prima presidente diocesana, poi coordinatrice provinciale dell’Uciim (Unione cattolica italiana insegnanti medi), fu membro attivo del Consiglio pastorale diocesano, fu Consigliere comunale democristiana, di quella particolare Democrazia cristiana, dialogante, minoritaria, fortemente caratterizzata socialmente, della quale la micragnosa vicenda della frammentazione dei Cattolici in politica induce anche in me, a volte, un’acuta nostalgia. Alla radice dell’impegno di Maria Letizia Cassata c’era sempre la fede, nutrita di preghiera e di ascolto della Parola, di assiduità ai sacramenti. Se non mettessimo al centro del suo ricordo questa dimensione, la vita di Maria Letizia Cassata resterebbe incomprensibile. Don Angelo M. Fanucci
Il sogno di Maria Letizia
L'intitolazione dell'Itis eugubino alla professoressa Cassata occasione per richiamare l'opera di una grande professionista del mondo della scuola
AUTORE:
Giampiero Bedini - M.R.V. - Angelo M. Fanucci