“Tutte le solennità liturgiche della Chiesa sono grandi”, ma quella della Pentecoste “lo è in una maniera singolare, perché segna, raggiunto il cinquantesimo giorno, il compimento dell’evento della Pasqua, della morte e risurrezione del Signore Gesù, attraverso il dono dello Spirito del Risorto”. Lo ha detto Benedetto XVI presiedendo nella basilica vaticana la messa della solennità di Pentecoste. “Lo Spirito creatore di tutte le cose, e lo Spirito santo che Cristo ha fatto discendere dal Padre sulla comunità dei discepoli, sono uno e il medesimo: creazione e redenzione si appartengono reciprocamente e costituiscono, in profondità, un unico mistero d’amore e di salvezza”, ha spiegato il Pontefice. Lo Spirito santo è “innanzitutto Spirito creatore, e quindi la Pentecoste è festa della creazione. Per noi cristiani, il mondo è frutto di un atto di amore di Dio, che ha fatto tutte le cose e del quale Egli si rallegra perché è ‘cosa buona’, ‘cosa molto buona’. Dio perciò non è il Totalmente Altro, innominabile e oscuro. Dio si rivela, ha un volto, Dio è ragione, Dio è volontà, Dio è amore, Dio è bellezza”. Lo Spirito santo è “colui che ci fa riconoscere in Cristo il Signore, e ci fa pronunciare la professione di fede della Chiesa: ‘Gesù è Signore’”. L’espressione “Gesù è Signore”, ha aggiunto il Santo Padre, “si può leggere nei due sensi. Significa: Gesù è Dio, e contemporaneamente: Dio è Gesù. Lo Spirito santo illumina questa reciprocità: Gesù ha dignità divina, e Dio ha il volto umano di Gesù. Dio si mostra in Gesù e con ciò ci dona la verità su noi stessi. Lasciarsi illuminare nel profondo da questa parola è l’evento della Pentecoste”. “Il brano evangelico – ha proseguito Benedetto XVI – ci offre poi una meravigliosa immagine per chiarire la connessione tra Gesù, lo Spirito santo e il Padre: lo Spirito santo è rappresentato come il soffio di Gesù Cristo risorto. L’evangelista Giovanni riprende qui un’immagine del racconto della creazione, là dove si dice che Dio soffiò nelle narici dell’uomo un alito di vita. Il soffio di Dio è vita”. Ora “il Signore soffia nella nostra anima il nuovo alito di vita, lo Spirito santo, la sua più intima essenza, e in questo modo ci accoglie nella famiglia di Dio. Con il battesimo e la cresima ci è fatto questo dono in modo specifico, e con i sacramenti dell’eucaristia e della penitenza esso si ripete di continuo: il Signore soffia nella nostra anima un alito di vita. Tutti i sacramenti, ciascuno in maniera propria, comunicano all’uomo la vita divina, grazie allo Spirito santo che opera in essi”.Lo Spirito è “al tempo stesso Spirito di Gesù Cristo, in modo però che il Padre, il Figlio e lo Spirito santo sono un solo ed unico Dio”. Non solo: “Lo Spirito santo anima la Chiesa. Essa non deriva dalla volontà umana, dalla riflessione, dall’abilità dell’uomo e dalla sua capacità organizzativa, poiché se così fosse essa già da tempo si sarebbe estinta, così come passa ogni cosa umana. Essa invece è il Corpo di Cristo, animato dallo Spirito santo”. L’evento della Pentecoste viene rappresentato “come il dono di un nuovo patto in cui l’alleanza con Israele è estesa a tutti i popoli della Terra, in cui cadono tutti gli steccati della vecchia legge e appare il suo cuore più santo e immutabile, cioè l’amore, che proprio lo Spirito santo comunica e diffonde, l’amore che abbraccia ogni cosa”. Con questo “ci viene detta una cosa molto importante: che la Chiesa è cattolica fin dal primo momento, che la sua universalità non è il frutto dell’inclusione successiva di diverse comunità”. Fin dal primo istante, infatti, “lo Spirito santo l’ha creata come la Chiesa di tutti i popoli; essa abbraccia il mondo intero, supera tutte le frontiere di razza, classe, nazione; abbatte tutte le barriere e unisce gli uomini nella professione del Dio uno e trino. Fin dall’inizio la Chiesa è una, cattolica e apostolica: questa è la sua vera natura e come tale deve essere riconosciuta. Essa è santa, non grazie alla capacità dei suoi membri, ma perché Dio stesso, con il suo Spirito, la crea e la santifica sempre”.