Nel giorno in cui si ascolta la promessa della presenza reale costante del Risorto lungo i secoli, tale presenza è stata celebrata come popolo attraverso l’eucarestia comunitaria.
Proprio nella prima domenica in cui le comunità cristiane si sono ritrovate nuovamente a celebrare insieme l’eucarestia, si è potuto ascoltare il racconto dell’Ascensione secondo il Vangelo di Matteo (28,16-20).
Racconto nel quale il Risorto, oltre ad aver consegnato la missione evangelizzatrice agli apostoli, fa una promessa ai discepoli di ogni generazione: “Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (v. 20).
Infatti, come afferma la Costituzione conciliare sulla liturgia Sacrosanctum Concilium (al numero 7), “Cristo è sempre presente nella sua Chiesa, e in modo speciale nelle azioni liturgiche” affinché essa possa attuare l’opera della salvezza “mediante il sacrificio e i sacramenti” (SC, 6). Presenza che si attua – continua il numero 7 – “nel sacrificio della messa, sia nella persona del ministro, sia soprattutto sotto le specie eucaristiche”.
Non solo, però: “È presente con la sua virtù nei sacramenti… è presente nella sua parola… è presente infine quando la Chiesa prega e loda” (SC, 7).
La Costituzione conciliare, dunque, dà concretezza alla promessa fatta dal Cristo risorto ai discepoli: il Risorto è presente nella messa, sia nella persona del ministro, sia nelle specie eucaristiche, è presente nei sacramenti, nella Parola proclamata, così come nella comunità che si ritrova a pregare e celebrare.
Pur non essendo nuove queste affermazioni, perché già l’enciclica Mediator Dei di Pio XII e il Concilio di Trento a loro volta e a loro modo lo avevano dichiarato, ci permettono di puntualizzare un tema importante: Cristo è presente realmente non solo nelle specie eucaristiche, anche se in special modo in esse.
La nostra attenzione infatti si focalizza sul vedere tale presenza “reale” del Risorto nel pane e nel vino consacrati, ma tradizione vuole che il Cristo è presente nella sua Chiesa anche nelle altre modalità di cui abbiamo già detto.
Paolo VI nell’enciclica Mysterium Fidei riprende il discorso dando, come è giusto che sia, priorità al sacrificio della messa, nel pane e nel vino, senza però tralasciare la presenza che può essere sempre considerata “reale”, anche se in diversa maniera, nelle forme richiamate dal documento conciliare. Non solo, Paolo VI continua affermando che Cristo è presente nella Chiesa quando essa compie le opere di carità, quando predica il Vangelo, quando regge e governa il popolo.
Dunque la promessa del Risorto si compie sì in special modo nella liturgia, e in maniera sublime nella celebrazione eucaristica, ma non esclusivamente in esse. Questa non è solo una consapevolezza da avere ma anche un atteggiamento da assumere: accogliere Cristo presente nell’eucarestia, nei sacramenti, nella Parola proclamata e annunciata, nell’assemblea orante, nel fratello bisognoso.
Don Francesco Verzini