Il rabbino Moscati ha dialogato con mons. Chiaretti sulla figura di Mosè

Giornata dell'unità dei cristiani/ Interessante incontro con la pastora luterana Sabine Vosteen

Tra le iniziative che si sono svolte nella settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, celebrata in vari modi nelle parrocchie e nelle chiese della diocesi, ve ne sono alcune che meritano una segnalazione particolare. L’incontro con il rabbino Cesare Moscati in dialogo con l’arcivescovo mons. Chiaretti sulla figura e l’opera di Mosè secondo le Scritture. Mosè è stato presentato come l’uomo che parlava con Dio e Dio gli rispondeva come ad un amico. Dio stesso gli dette le tavole della legge, e le dette nel deserto, terra di nessuno e quindi di tutti per asserire che quelle parole erano rivolte non ad un singolo popolo, ma a tutti gli uomini della terra, una legge universale: secondo i rabbini inoltre le parole che compongono il decalogo sono 620, un numero che si compone dei 613 precetti (mizvot) della legge più i sette precetti noachici (cioè di Noè) e questo numero sembra essere equivalente al numero delle nazioni del mondo. Anche in questo caso i rabbini intendono vedere un segno della universalità della Torà (Legge) data da Dio a tutta l’umanità. Quella del rabbino è stata una lezione biblica intensa ed efficace, che ha fatto anche pensare al modo come la parola di Dio viene trasmessa ai figli all’interno delle celebrazioni religiose familiari. Mons. Chiaretti, in questo contesto di riflessione non ha esitato a dire che tra le dieci parole date da Dio sul Sinai ce n’è una che dice perentoriamente. “Tu, uomo, non uccidere”. Il riferimento era evidentemente fatto alla situazione in Terra santa dove vivono due popoli, ha detto l’Arcicvescovo, “ambedue a noi cari”, auspicando con il suo discorso la composizione del conflitto e un periodo di pace. Un secondo incontro che ha destato particolare interesse è stato quello con la pastora luterana Sabine Vosteen. Di confessione luterana in esercizio a Terni presso una comunità metodista è stata invitata a presentare e valutare la dichiarazione congiunta sulla giustificazione tra cattolici e luterani. Ne è scaturita una lezione molto partecipata che ha mostrato come sia sentita profondamente e vissuta nelle Chiese luterane ed evangeliche più in generale la dottrina della giustificazione per sola fede e sola grazia. Ha potuto chiarire che i luterani non disprezzano le opere buone, ma le considerano come frutto della grazia di Dio e non come meriti da vantare di fronte a Lui. Si è svolto un lungo e appassionato dibattito con don Bromuri e con la folta assemblea, all’insegna della vicendevole comprensione, sul tema che ha diviso le Chiese in Europa ed ora costituisce un punto di incontro, sia pure differenziato e non conclusivo che rende luterani e cattolici più vicini. La pastora ha declamato, spiegato e persino cantato in tedesco un corale scritto, parole e musica, da Lutero in cui si invitano i fedeli a rallegrarsi e a saltare di gioia perché il Signore ha redento il suo popolo ed ha donato la salvezza. La riunione si è conclusa con una preghiera comune e un caloroso saluto.