In Francia, “uno a zero” per la laicità dello Stato, grazie alla decisione del Consiglio di Stato francese che ha dichiarato illegittima l’ordinanza di un sindaco che vietava alle donne musulmane di stare sulla spiaggia e in mare con il burkini, ossia quello strano costume da bagno che copre tutta la persona, da capo a piedi, lasciando scoperto solo il volto. Veramente molti francesi – e molti intellettuali nostrani – pensano invece che la laicità consista proprio nel vietare l’uso del burkini. Però basta ragionarci pochi secondi. Se il burkini fosse una proposta di Versace, e per lanciarlo se lo mettesse Carla Bruni (che non è musulmana, come tutti sanno), nessuno aprirebbe bocca. Quindi è chiaro che ciò che disturba non è l’indumento, ma la religiosità di chi lo porta. E questa è intolleranza religiosa: vietare un gesto che non danneggia niente e nessuno, “solo perché” viene percepito come il segno di un’appartenenza religiosa che non piace. Il contrario della laicità. Viceversa, il burqa propriamente detto, ossia l’abito che nasconde perfino il viso e gli occhi, urta contro il principio che chiunque deve andare in giro a volto scoperto ed essere riconoscibile. Dunque lo Stato veramente laico è quello che vieta il burqa, mentre permette il burkini e il velo sui capelli, senza curarsi se in un caso e nell’altro dietro c’è una motivazione religiosa. Gli oppositori del burkini però dicono che il vestiario musulmano non è scelto liberamente dalle donne, ma viene imposto dai loro uomini, e dunque il divieto di portarlo aiuta le donne musulmane a liberarsi. Curioso paradosso: per liberare qualcuno da una presunta imposizione, si fa un’imposizione legale in senso contrario. Se quelle donne si vogliono liberare, lo faranno da sole, prima o poi. Quello che può fare per loro lo Stato laico è mostrare che garantisce la loro libertà, quando vogliono togliersi il velo ma anche quando vogliono metterselo, se così pare a loro. Poi si potrebbe discutere quanto siano veramente libere le donne che fanno sforzi eroici per uniformarsi agli standard estetici delle mode che esigono volti, corpi e abiti perfetti, ma questo è un altro discorso.
Il Punto – Laicità è dire sì al “burkini”
AUTORE:
Pier Giorgio Lignani