La settimana scorsa ho commentato la visita del Papa in Armenia e al suo incontro con la Chiesa apostolica armena, che non riconosce la sua autorità, anche se i rapporti ecumenici sono ottimi. Ho accennato al fatto che alla base di questa separazione – vecchia di almeno quindici secoli – c’è una divergenza dottrinale difficile da comprendere per noi uomini del nostro secolo. Vorrei parlarne ora in modo più chiaro. Si tratta del concetto di Gesù Cristo come “vero Dio” e “vero uomo”. Non c’è bisogno di dire quanto sia importante riconoscere Gesù come vero Dio; ma è importante anche riconoscerlo come vero uomo, perché solo così si capisce il valore della redenzione attraverso il sacrificio della croce. In parole povere: Gesù ha veramente sofferto ed è veramente morto, non è stata un’apparenza.
E sin qui siamo tutti d’accordo. Ma con quale formula enunciare questa verità di fede? Il Concilio di Calcedonia (V secolo d.C.) ha stabilito che si deve parlare di Gesù come di una “unica persona in due nature”, quella divina e quella umana. Gli armeni e i copti, dando alla parola “natura” (physis) un valore diverso, non accettano questa formula; preferiscono dire che in Cristo la natura divina e quella umana sono fuse e compenetrate fino a essere una sola.
Per questo i cattolici e gli ortodossi li definirono “monofisiti” (“una sola natura”, con un senso incompletezza) mentre essi preferiscono definirsi “miafisiti” (“una natura unitaria”, con un senso di pienezza). Per noi del XXI secolo, meno abituati alle sottigliezze filosofiche – parlo per me, naturalmente – la differenza fra queste diverse formule è solo terminologica; insomma, una differenza di vocabolario, più che di concetto. Il linguaggio è uno strumento limitato; ogni termine può essere usato con diverse sfumature di significato, e per di più la percezione di queste sfumature cambia a seconda dei tempi e dei contesti culturali. Il dialogo ecumenico tra le Chiese, oltre che in un esercizio di carità, consiste anche nella ricerca del vero senso della fede e della Rivelazione, al di là del vocabolario umano. I pellegrinaggi di Papa Francesco tendono anche a questo.