Il primo e l’ultimo

Gianfranco Ravasi, su Avvenire di mercoledì scorso, nell’affermata rubrica in testa al giornale, Mattutino, che portava il titolo “Lezione d’amore”, prendeva lo spunto per la sua riflessione da un breve brano di Enzo Biagi, tratto da un libro in cui il giornalista ricorda la moglie Lucia e la figlia Anna morte nel corso dell’anno 2003. Il libro di Biagi s’intitola Lettera d’amore ad una ragazza di una volta.

Il brano riportato da Ravasi dice: “Cara Lucia, ascolta; è il vento. Arriva dal torrente che corre sotto la nostra casa… Ci sei entrata da ragazza e da giovane sposa: ha protetto le nostre paure e le nostre ore felici. Ora con Anna sei tornata quassù per sempre. Non so se è vero che risorgeremo, ma so che l’appuntamento potrebbe essere qui. Chissà se mi puoi sentire: io non ti ho mai cercato tanto. Dicono che il primo amore non si scorda mai, soprattutto, penso, quando è anche l’ultimo”.

Ravasi finisce il suo breve pensiero mattutino augurando ai lettori di poter dire anche loro alle loro mogli o mariti le stesse parole: Il primo amore non si scorda mai, soprattutto quando è anche l’ultimo. Ora, a parte la commozione che suscitano queste parole scritte da un vecchio giornalista, piuttosto disincantato e dalla scorza dura, penso che prima e oltre l’augurio si debba dire che questo di Biagi non è un caso letterario, ma uno dei moltissimi casi di coppie riuscite che costellano le nostre comunità, cristiane e laiche.

Purtroppo nelle cronache figurano troppo di frequente storie di separazioni, divorzi, lotte tremende a causa dell’assegnazione dei figli, storie di delitti passionali, intasamento dei tribunali civili ed ecclesiastici (il Papa ha richiamato nei giorni scorsi alla severità nei giudizi di nullità matrimoniale, ricordando la presunzione di validità del sacramento se non è dimostrato il contrario). Il fatto è che non tutti raccontano agli altri i loro sentimenti. Biagi ha avuto il pregio di rappresentare tutte quelle coppie anonime che possono sottoscrivere quelle parole. Credo che si debba riconoscere che anche oggi esistono dei matrimoni riusciti, e vivano con intensità di amore mai venuta meno moltissime coppie che non fanno notizia.

I lettori possono fare mente locale e forse poterle individuare, pur nella difficile percezione di qualcosa di intimo e segreto. Ciò significa che l’amore resiste al tempo e nel tempo ed è persino più forte della morte. Ne sono testimonianza le coppie cristiane che anche domenica scorsa hanno affollato chiese e cattedrali con i loro bambini in una gioiosa festa della vita e della famiglia. Vi sono anche esempi tra i laici, quelli che hanno il culto dei valori morali e la cura dei sentimenti umani forti che s’ispirano, magari inconfessatamente, a quell’Amor che muove il sole e le altre stelle, secondo Dante, ed opera nell’intimo del cuore umano.

AUTORE: Elio Bromuri