Il Ponte d’incontro a Ponte Felcino

don-Alberto-Veschini-CMYKL’Anno santo della Misericordia ha segnato anche la mia vita di parroco, in una realtà complessa e variegata come Ponte Felcino. Sono qui da poco più di venti anni e posso affermare di essere testimone di un cambiamento “epocale” all’interno di un territorio che si trova a fronteggiare sfide inedite e impensabili fino a trent’anni fa.

Salta all’occhio, prima di tutto, la presenza di un mondo multietnico e internazionale, che si accompagna a un invecchiamento progressivo della popolazione residente. Questo porta come conseguenza l’assottigliamento delle fila dei presenti e la chiusura psicologica di molti, preoccupati da una “invasione” non cercata, che diventa sempre più marcata.

La presenza poi dell’Ostello della gioventù, trasformato in hot spot per l’accoglienza dei naufraghi, fa sì che la situazione non sia semplice. Ci sono persone che percepiscono tutta la problematicità della situazione. Ci si domanda se è questo il modo giusto per accogliere le persone… Per fortuna, però, ci sono anche tanti che offrono la loro disponibilità per portare una presenza, un sorriso e tanta solidarietà. È nata l’associazione chiamata “Ponte d’incontro 3.0” che si ispira a valori di solidarietà e accoglienza e promuove la propria azione per creare “ponti” d’integrazione tra esperienze, culture e popoli diversi tra loro e per abbattere i muri che ostacolano la comunicazione e la reciproca conoscenza. Associazione che vede molti parrocchiani come principali animatori.

Tornando all’Anno santo, abbiamo cercato di sfruttare la presenza del santuario giubilare di Montescosso. Il giorno dell’apertura, 21 dicembre 2015, la gente era tanta che non entrava in chiesa, e tutti i preti della Zona erano disponibili per le confessioni. Molte parrocchie, poi, hanno approfittato del santuario per vivere momenti di catechesi, di confessione per ragazzi, giovani e adulti. Noi di Ponte Felcino siamo andati in pellegrinaggio, una domenica pomeriggio, sotto una pioggia battente… quasi a ricordarci che la grazia lava l’anima e disseta in cuore!

Un’iniziativa che mi piace sottolineare è quella del Pellegrinaggio giubilare di Zona in cattedrale. Un’iniziativa che sembrava non appetibile, invece la partecipazione è stata notevole, e tutti hanno potuto sperimentare la bellezza di celebrare la misericordia di Dio nella cattedrale con una concelebrazione corale dei preti di tutta la Zona.

La quinquennale Festa del Crocifisso – che abbiamo vissuto nel mese di settembre – ha visto una “gara” ideale tra le due parti del paese nei momenti di preghiera, di catechesi, di socializzazione, all’insegna della fede nel Crocifisso. La sua immagine cinquecentesca viene poi portata in processione nelle strade del paese, con una presenza significativa di persone, attirate anche dai “quadri viventi” realizzati sulle opere di misericordia e i Santi della misericordia. Ci sono state scene molto toccanti che hanno fatto riflettere e pregare!

Una delle realtà più belle di cui parlare è l’unione pastorale con la parrocchia di Villa Pitignano. Si tratta di una comunità molto diversa da Ponte Felcino. Geograficamente siamo molto vicini: le due chiese distano meno di due chilometri. La distanza culturale, invece, è molto più evidente. Villa Pitignano ha la caratteristica di un paese coeso e unito. Le iniziative religiose sono molto sentite e partecipate. Ci sono poi due confraternite (una maschile e una femminile) che vedono la presenza di molte persone, anche giovani, che vivono il loro servizio con entusiasmo e passione.

Per grazia di Dio, posso dire che il rapporto delle due comunità sta crescendo. Quest’anno siamo anche riusciti a unificare le celebrazioni per il Triduo pasquale. A livello più “civile” poi, ci sono elementi che unificano, come la scuola media e la società sportiva.

Abbiamo anche un foglio settimanale che dal 2006 si chiama Camminare insieme, dove pubblichiamo orari delle iniziative e riflessioni, con una newsletter a esso collegata.

Come punto finale vorrei parlare dell’oratorio inter-parrocchiale che stiamo ultimando proprio in questo periodo. Si trova a metà strada tra le due parrocchie ed è costituito da un corpo centrale che tutti a Ponte Felcino conoscono come “il teatrino delle suore”. Era stato chiuso negli anni ’70 per motivi di sicurezza: ora si è provveduto al restauro e all’ampliamento. Quest’opera sarà molto importante per tutto il territorio. Abbiamo infatti un urgente bisogno di spazi adeguati, soprattutto per i giovani.

 

AUTORE: Don Alberto Veschini