Per ora è stato celebrato soltanto il processo che si è concluso con una sentenza di colpevolezza contro Tewelde Gojtom, alias Walid. Il 21 maggio si conoscerà l’entità della pena. Walid è un famigerato trafficante di esseri umani, che si faceva pagare per il trasporto di persone dall’Eritrea alla Libia; ed era disposto a far attraversare il Mediterraneo fino alle coste italiane con una seconda rata in denaro – o in lavoro in schiavitù che durava anche anni, oppure a suon di torture fino a quando le famiglie d’origine non avessero sborsato migliaia di dollari per il riscatto.
I migranti africani ancora tremano al solo nome di Beni Walid, una prigione definita “la città dei fantasmi”, dove la sua organizzazione deteneva, torturava, uccideva e stuprava i malcapitati fino a organizzare partite di calcio dove si vinceva (o si perdeva) la vita. Questi sono i reati per i quali è stato processato ad Addis Abeba nei giorni scorsi, ma i fatti per i quali è più tristemente conosciuto riguardano la nave colata a picco al largo di Malta il 18 aprile 2015 con un carico di 800 persone. Di quelle, si calcola che più della metà fossero eritrei organizzati dal supertrafficante. Se ne parliamo, è perché non sono in molti a conoscere il Calvario dei migranti di cui attendiamo il “terzo giorno”.