Il nuovo volontariato parla le lingue dei paesi europei

Giovani da tutta Europa hanno partecipato al meeting "Spoleto giovani"

Se ne parla molto, si organizzano convegni, feste, ma che posto occupa nella nostra società il volontariato? Ciò che si vuole capire è inoltre se i giovani ne sono attirati e in che modo. Questo uno degli interrogativi sollevati sabato 6 luglio all’incontro pubblico organizzato nel corso dell’VIII meeting “Spoleto giovani” promosso dall’associazione Giovani Europei. Alla tre-giorni di dibattiti e lavori di gruppo, sul tema “La società della partecipazione: nuove frontiere del volontariato”, hanno partecipato giovani di quasi tutti gli stati dell’Ue, oltre a relatori esperti in materia di volontariato. A partire dall’assessore Bellini che ha aperto il convegno spiegando ai presenti come questa e le altre iniziative a carattere europeo che coinvolgono i giovani siano importanti per il Comune spoletino. “Gli aspetti sociali della vita sono importanti per una convivenza pacifica”, ha detto spiegando come gli enti cittadini abbiano investito molto nel settore sociale, promuovendo il volontariato che ai giovani aiuta a costruire il proprio futuro. Il moderatore del convegno è stato Luca Filipponi di Giovani Europei che ha spiegato come la scelta di quest’argomento sia dovuta all’attuale sistema che in questa materia è in continua evoluzione, soprattutto a causa della concezione diversa delle fondazioni rispetto al modello anglosassone. Nei paesi mediterranei c’è infatti una presenza più attiva dello stato sociale, il cosiddetto welfare. Sempre per l’associazione Giovani Europei, Cera ha spiegato come il convegno spoletino che si è svolto dal 5 al 7 luglio sia parte di un progetto del programma Gioventù della Commissione europea. Tre giorni per discutere della partecipazione giovanile nel volontariato dopo la pubblicazione del libro bianco dell’Unione Europea. Proprio per smentire l’opinione che i giovani non sono interessati e attivi nel volontariato sono stati essi stessi a chiedere la partecipazione. Le vere barriere che impediscono ai giovani di partecipare sono la mancanza di informazione e di fondi. “La partecipazione è un diritto universale, i giovani rivendicano il diritto di parola”, ma il loro interesse non riguarda solo le situazioni locali, si estende anche a livello nazionale e mondiale. Il professor Campana, esperto del settore no-profit è intervenuto per spiegare alcune norme che disciplinano il settore, come la legge quadro 266 che si è occupata per la prima volta di volontariato e la legge 383 che riguarda le associazioni di promozione sociale. Successivamente è intervenuto il professor D’Atanasio che ha parlato dell’associazione “Giovani srl – speranza, rabbia e libertà”, fondata da alcuni giovani e promossa da personaggi impegnati nel sociale, come Paolo Crepet, Ugo Pagliai, Alessandro Gassman, Mogol e don Mazzi. Lo scopo dell’associazione è quello di far parlare i giovani e per questo sono stati anche organizzati incontri tra Crepet e gli studenti spoletini. Altri interventi sono stati proposti da Italo Trento, direttore dell’istituto di ricerche Eurispes, e da Nazareno Cioni, professore e antropolo dell’Università de L’Aquila. Il primo ha parlato dello sviluppo del welfare state, del significato preciso del terzo settore e delle preoccupazioni che interessano da vicino le associazioni di volontariato. Il secondo ha invece illustrato come il tema della solidarietà corrisponda al tema dell'”altro”, dell’individuo indifeso e debole. E’ proprio quando il nostro prossimo diventa più “vulnerabile” che il tema dell’altro non è più né pubblico né privato e nemmeno sociale, ma diventa il tema del nostro futuro. Infatti la società ci spinge a considerare gli altri come nemici, altro da me; “dovremmo creare tante piccole Spoleto, tante piccole associazioni Giovani Europei – sostiene Cioni – perché contribuiscono in un mondo di divisioni e contrasti ad avvicinare il volto dell’altro”.

AUTORE: Sara Fratepietro