Sono due i cioccolati dell’Umbria. Quello di Eurochocolate, a Perugia, manifestazione quest’anno un po’ in calo. Poi c’è quello promosso da Altrocioccolato, manifestazione in programma a Gubbio fino a domenica 21 ottobre, organizzata dal Comune di Gubbio e dall’associazione Umbria equosolidale.
L’apertura dell’evento eugubino si è svolta giovedì scorso, in piazza Quaranta Martiri. Oltre 100 gli espositori, fra le principali centrali di importazione del commercio equo e solidale, i piccoli produttori artigianali di cioccolato, gli istituti della finanza etica (Banca etica), dei prodotti biologici (fondazione Slow food, Aiab, Gubbiologico) e dell’associazionismo (Cesvol di Perugia). L’edizione 2007 di Altrocioccolato ha già raggiunto un risultato importante: sono oltre 800 gli allievi delle scuole, dalle materne alle superiori, che stanno visitando la mostra sulla filiera del cacao, che descrive la sua coltivazione, la sua lavorazione e le differenze economiche e sociali fra quello venduto sul mercato tradizionale e su quello equosolidale.
Però, perché in Umbria ci sono due diverse manifestazioni, entrambe sulla cioccolata? “Noi di Altrocioccolato – nota il presidente di Umbria equosolidale, Michele Stella, 37 anni – abbiamo sempre segnalato la grande contraddizione di Eurochocolate, oltre al suo stile consumistico. Noi che crediamo nel commercio equo e solidale non possiamo essere in corso Vannucci accanto ad una multinazionale del cacao come la Nestlé. La Nestlé, nel Sud del mondo, fa un milione e mezzo di morti fra i bambini con il suo latte artificiale. E non siamo noi a dirlo, lo sostengono da tempo l’Organizzazione mondiale della sanità e l’Unicef. Non è un caso se il boicottaggio dei prodotti Nestlé va ormai avanti da trent’anni”.
D’accordo, ma dallo scorso anno anche all’interno di Eurochocolate c’è uno spazio per il commercio equo e solidale. “Di questo siamo contenti, anche se mi sembra più un’operazione di immagine, di fair washing, come si dice… E poi le informazioni che il personale di Eurochocolate forniscono agli stand sono fuorvianti. Di commercio equo e solidale non ne sanno molto, non sanno nemmeno spiegare la filiera del cioccolato equo e solidale, quello dal cui commercio si avvantaggiano i produttori locali, i piccoli agricoltori. Noi promuoviamo proprio un’altra economia del cioccolato, quella centrata sulla giustizia sociale, sul rispetto dei diritti delle persone e dell’ambiente in cui tutti noi viviamo”.
Sì, però anche Fairtrade Transfair Italia, l’ente certificatore dei prodotti equo e solidali è a Perugia ad Eurochocolate. “Infatti, dal mio punto di vista, è un errore. Quelli di Transfair Italia sarebbero dovuti essere con noi ad Altrocioccolato, a Gubbio. La presenza di Transfair Italia a Perugia davvero non è utile, anzi serve solo a far apparire le multinazionali più buone… Cosa che non è”.