Asia Bibi, la cristiana, madre di tre figli, condannata a morte in Pakistan con l’accusa di blasfemia, avrebbe potuto lasciare il carcere e vivere se solo avesse accolto l’offerta del giudice di convertirsi all’islam. Ma lei ha risposto di preferire di vivere in prigione da cristiana che libera da musulmana.
Questa donna è in carcere condannata a morte a causa di quel Bambino che mettiamo nella culla del presepe in questi giorni.
L’abitudine a celebrare il Natale porta con sé il rischio di dimenticare il perché della festa. Da anni ormai autorevoli commentatori sottolineano lo svuotamento del significato religioso, nel mutare di personaggi e parole. I regali, per esempio, una volta li portava Gesù Bambino, il “dono” più grande che Dio abbia fatto agli uomini. Oggi nell’immaginario dei bambini esiste solo Babbo Natale, il personaggio che viene dai Paesi del Nord (dove a portare i doni, prima di Natale però, è san Nikolaus, ovvero san Nicola).
Tanti piccoli fatti che stanno trasformando l’Evento che ha cambiato il corso dell’umanità in uno dei tanti eventi che il business offre a ogni stagione.
Difficilmente troveremo qualcuno disposto a perdere la propria libertà, o la propria vita, per difendere la sua ‘fede’ in Babbo Natale!
Però ci sono nel mondo molte persone in prigione o condannate a morte perché non rinunciano nella loro fede in Gesù, in quel Bambino che la nostra società opulenta e democratica ha trasformato in un dolce e forte simbolo dell’amore, sì, ma un amore tutto umano.
Nel frattempo, non tutto il mondo si dimentica del caso di Asia Bibi. Il 15 dicembre si è tenuta a Madrid la cerimonia di consegna dei premi “HO 2012” attribuiti dalla piattaforma Hazteoir.org, da anni impegnata a favore della vita, della maternità, dei diritti umani. Tra i premiati c’è anche lei, come simbolo della libertà religiosa. A ritirare il premio è stato il marito Asiq Mashi, che è giunto in Spagna con la figlia maggiore Sidra e con il presidente della fondazione educativa nella quale lavora e dove studiano i suoi figli. “Questo – ha detto il marito – sarà il quarto Natale con Asia nel ‘braccio della morte’, ma non perdiamo la speranza di vederla di nuovo libera”.
Il quotidiano Avvenire si fa portavoce dell’appello per la liberazione di Asia Bibi al presidente del Pakistan, Asif Ali Zardari. È possibile scrivere all’indirizzo e-mail asiabibi@ avvenire.it (inserendo i propri dati anagrafici completi) per aderire all’iniziativa, sollecitando un intervento a favore di Asia Bibi.
aderisco alla iniziativa di avvenire
Io sottoscritto Anita di mizio Carassai A.P aderisco all’appello per la liberazione di Asia Bbi Chiedo al presidente del Pakistan ASIF aLI Zardari di intervenire a suo favore Di Mizio Anita