Martedì 25 maggio al Palazzo del Vignola di Todi si è svolto un seminario di studi promosso dalla diocesi di Orvieto Todi. L’incontro che ha visto la presenza del Vescovo e di relatori qualificati come mons. Carlo Rocchetta, teologo, e l’avvocato Ciro Intino, vicepresidente nazionale del Forum delle famiglie, ha richiamato moltissime persone da tutta la diocesi, a testimonianza dell’interesse che questo tema, ‘La famiglia come soggetto sociale e pubblico’, è in grado di suscitare in tutti, cattolici e non. Da segnalare anche la partecipazione, oltre a quella di molti cittadini tuderti, di numerosi esponenti politici locali. Perché oggi un seminario di studio sulla famiglia? Questa, come risulta chiaramente dalle parole introduttive del Vescovo, è la risposta che la Chiesa locale dà ai recenti avvenimenti riguardanti le modifiche apportate allo Statuto del Comune di Todi. Una risposta non istintiva, meditata ed autorevole, che non vuole instaurare alcuna polemica con le istituzioni locali, ma che vuole ribadire qual è il pensiero della Chiesa nei confronti della famiglia. La scaturigine dell’incontro è dunque l’approvazione di un articolo dello Statuto comunale, ancora non definitivo, che ammette il riconoscimento, accanto alla famiglia ‘tradizionale’ come descritta nell’art. 29 della Costituzione, anche ‘di ogni altra forma di convivenza umana’. Si tratta di un passaggio poco felice della norma dal quale emerge chiaramente la deriva a cui portano queste parole. Ecco dunque il motivo dell’intervento della Chiesa locale, che si viene ad inserire, con lo stile propositivo che le è proprio, nel dibattito su un tema così importante come quello della famiglia. Le parole del vescovo Scanavino sono state a questo proposito chiare e luminose: ‘La nostra fede, la fede della Chiesa, è questa: la famiglia fondata sul matrimonio. Per noi, per la nostra fede, il significato della famiglia non è semplicemente una categoria umana. Il significato della famiglia non viene da noi, dalla nostra cultura; viene ben più dall’alto, il suo Dna è la Trinità stessa. È a questa famiglia, fondata sul matrimonio, che va dato il primato nella nostra secolare tradizione cristiana’. Tutto questo non significa negare ai singoli la libertà di scelta, nè allo Stato il dovere di regolamentare altre forme di convivenza. Deve però essere chiaro, come ha detto mons. Scanavino, che ‘la Chiesa accoglierà tutti, ogni tipo di naufrago, ma al tempo stesso non possiamo propagandare il naufragio o tutelarlo, come la stessa via della famiglia. L’impresa non è facile di questi tempi, ma rinunciarvi in partenza, quasi ‘istituzionalmente’, è solo deleterio e ingannevole’.
Il matrimonio fa la differenza
Il convegno sulla famiglia è la 'risposta' della Chiesa diocesana al riconoscimento, nello Statuto comunale di Todi, 'di ogni altra forma di convivenza umana' accanto alla famiglia 'tradizi
AUTORE:
Francesca Carnevalini