“Il gusto delle idee” è il titolo della cena a tema proposta dalla Pastorale giovanile dell’archidiocesi di Spoleto-Norcia, sabato 2 aprile presso la sala della Resurrezione in piazza Garibaldi, a Spoleto. L’idea è partita da un prete, un architetto e uno psicologo. Il sacerdote è don Davide Travagli, direttore del Centro giovanile, che ci racconta questa esperienza, riuscita magnificamente.
“Passeggiavamo per le vie spoletine – racconta – e osservando abbiamo colto la necessità di uno ‘spazio’ dove si possa incontrare il mondo giovanile, che metta insieme il contributo della Chiesa e del mondo laico per offrire un’occasione di riflessione. Si è sentita l’urgenza di fare qualcosa per sollecitare il pensiero e provocare così un ragionamento su quella che è la vita interiore, attraverso i linguaggi”. È il cosiddetto “settore di pre-evangelizzazione” della Pastorale, che vuole essere una proposta che apra le porte al mondo laico, della cultura e della scuola.
Questa iniziativa è stata rivolta ai ragazzi delle scuole, delle parrocchie e del mondo universitario allo scopo di trattare temi di interesse comune. “Ciò – spiega Travagli – per suscitare quello che oggi manca, cioè la vita interiore. Spesso, non inizia la vita spirituale di un individuo perché manca quella interiore, cioè la capacità di riflettere, di chiedersi il senso delle cose, il ricordo, l’elaborazione di ciò che si vive e, più di tutto, il confronto per il dialogo e il dibattito culturale, anzitutto delle giovani generazioni. I ragazzi – continua il sacerdote – hanno la vita ‘schiacciata’ dal ‘tutto e subito’, che li rapina del passato, perché non hanno lo spazio-tempo del trascorso, ma anche del futuro, in quanto manca lo spazio della progettualità. Quindi, c’è bisogno ancora di più di annunciare Gesù”.
Si è così costituito un gruppo, composto dal prete, una suora e alcuni laici, ragazzi e adulti, che hanno scelto il tema del Tempo per inaugurare questa iniziativa, proprio perché è un po’ la questione centrale della contemporaneità che viviamo. Ma come si è svolta tecnicamente la serata? “È stata scandita da sei momenti – ci racconta don Davide. – Prima l’introduzione: è stato proposto un video in cui sono state riprodotte una serie di interviste su come si vive il problema del tempo. Poi si è passati all’antipasto musicale: il maestro Mauro Presazzi ha sviluppato il tema in musica, concludendo con una performance di batteria. Terzo momento, il primo racconto: alcuni universitari dell’oratorio di Norcia hanno messo in scena un frammento teatrale tratto da Momo, la favola di Michael Ende. Quarto, l’ospite: durante la ‘pietanza’ è comparso il personaggio a sorpresa. Si trattava di Marco Moschini, docente di Filosofia teoretica ed estetica presso l’Università di Perugia, che ha condotto una relazione di oltre venti minuti affascinando i presenti: ha parlato della nostra ‘società della dimenticanza’, dei rapporti tempo-memoria e tempo-morte, traendo citazioni anche dall’antichità. Quinto momento, il dolce, ossia il dibattito: i giovani sono intervenuti con domande e considerazioni. Sesto, il ‘caffè’ a sorpresa: concludendo la serata, gli ospiti hanno ricevuto un piccolo souvenir, formato segnalibro, con varie citazioni sul tema, dal punto di vista cinematografico, letterario, teatrale. Un modo – conclude il sacerdote – per invitare a ‘digerire’ la cena a casa”.
Il 1° giugno ci sarà la prossima cena e, questa volta, si tratteranno “Le ragioni della libertà”. Le finalità: “Si è trattato di un’esperienza su tre livelli – afferma don Davide. – Estetica, perché la sala era allestita con scenografie sul tempo, tutto curato nei minimi particolari con orologi appesi ovunque e uno grande dietro al palco. Di significato, in quanto carica di contenuti. Di cuore, perché è servita a farci domandare cosa possiamo fare. Considero questa esperienza come la vera inaugurazione del Centro di pastorale giovanile, un luogo aperto per ogni progetto creativo dei ragazzi, per ogni cosa che sentono il desiderio di realizzare. La sera della cena ho vissuto un grande contrasto: in tarda serata, mi sono affacciato sulla piazza e ho visto la calca di giovani per il consueto mix di alcolici prima del ‘divertimento’ serale, in cui ho letto un urlo di aiuto tra chi cerca lo stordimento. Tutto questo mentre dentro era in corso un momento di ricerca, di consapevolezza, giovani che avevano deciso di non ‘sprecare’ il sabato sera, rinunciando al solito cocktail per mettersi in ascolto di una Parola vera, cercando insieme il significato della vita”.