Goel, il nome significa colui che “riscatta”, che ha il diritto di redimere una persona caduta in schiavitù. Il profeta Isaia (41,14) attribuisce a Dio questo titolo, tradotto con “redentore” ed anche “vendicatore”. Un appellativo molto forte che è usato per significare un azione che contrasta l’ingiustizia e l’oppressione. Il verbo “go’al” si trova la prima volta in Esodo (6,6). Con questo termine biblico è qualificata l’iniziativa che è portata avanti da qualche anno da un gruppo guidato da don Aldo della Comunità Giovanni XXIII, di cui è fondatore e animatore don Benzi. Ogni sabato questo gruppo, ora esiguo, si ritrova a Pian di Massiano nella periferia di Perugia attorno ad una statuetta della Madonna e recita il rosario. La zona è quella dove normalmente si ritrovano ragazze di strada e loro clienti. La preghiera in quel luogo vuol essere una invocazione perché abbia termine il fenomeno del mercato del sesso, una testimonianza di fede e un segno di disponibilità ad accogliere le ragazze che volessero essere liberate dalla loro situazione di umiliazione e di vera schiavitù. Quando il gruppo si riunisce nella zona, almeno per un breve lasso di tempo si fa deserto e lo sconcio dell’avvicinamento e della contrattazione si allontana. I promotori, che sostengono un impegno duro e faticoso, soprattutto quando fa freddo e per lo stridente impatto con l’ambiente circostante di macchine di uomini, vorrebbero coinvolgere un maggior numero di persone nella preghiera e nella testimonianza e danno appuntamento ogni sabato a mezzanotte. Non tutti sono d’accordo su questo tipo di iniziativa, certamente insolita per il luogo e la circostanza, sulla quale i partecipanti puntano, consapevoli di essere partecipi dell’azione del divino Goel, difensore dei poveri e redentore degli schiavi.